Andrea Dean

Innanzitutto mi chiamo Andrea Dean, sono nato nel 1976 a trieste,

città dove vivo ed insegno.

1) Come è iniziata la tua carriera nelle Arti Marziali?

A.: Ho iniziato da piccolino, a sette anni con tre anni di judo,

poi il calcio mi ha chiamato. Ma non è stato vero amore, i calci

non volevo darli ad un pallone..... A 14 anni sono passato al

TaeKwonDo e lì ho potuto sfogare i miei bisogni adolescenziali di

competizione. successivamente ho iniziato ad interessarmi alla

difesa personale ed alle armi, non ho avuto dubbi: Kali.

2) Quanti stili hai praticato?

A.: Quando ho iniziato ad allenarmi in Italia era molto forte

l'influenza dell'Akea e dello stile di Inosanto. Poi ho seguito

Maurizio maltese all'Isam, sono diventato suo istruttore ed in

pratica ho continuato con lo stile Inosanto, con alcune

contaminazioni inserite da Maltese.

Nel 1998 ho incontrato lo stile pekiti-tirsia, è stato amore a

prima vista.

3) il primo regime d'allenamento?

A.: da quando pratico il PTK il regime è sempre lo stesso, tanti

fondamentali, molto sudore, e molta enfasi sul binomio

potenza/fluidità. Ho eliminato, o quasi, i colpi spezzati e ho

aumentato la potenza dei miei colpi in modo significativo.

Ho riconsiderato le reali possibilità di disarmare qualcuno che

"tiri" con la mia stessa potenza, e sto lavorando per tirare ancora

più potente.

4) Com'è l'associazione?

A.: un gruppo di amici sparsi per l'europa che si sbattono un sacco

per riuscire a vedersi e allenarsi insieme. uniti dal desiderio di

condividere la purezza e l'efficacia del nostro stile con quante

più persone possibile. Consapevoli che anche nel mondo delle AM non

è tutto oro quelo che luccica, quindi armati di un profondo senso

critico ma soprattutto di autocritica.

5) Difesa personale?

A.: La difesa personale non esiste, le "vere" AM non puntano a

vincere gare o a farsi belli davanti agli altri. puntano a

sopravvivere ad un combattimento. Nel caso del PTK contro più

avversari armati, tutto quello che facciamo o studiamo è difesa

personale, ma noi lo chiamiamo col suo vero nome: Pekiti-Tirsia

Kali.

Ogni tecnica che pratichiamo è nata per essere applicata in

battaglia, in strada, in un combattimento reale.

6) Allievo tipo?

A.:Non esiste un allievo tipo, con noi si allenano ragazze,

ragazzi, giovani e non, in forma e non . L'unica cosa comune è il

desiderio di sudare e fare tanta fatica per imparare il PTK, se poi

riusciamo a farlo divertendoci, tanto meglio.

7) Kali in Italia?

A.:La situazione in italia, come spesso accade è la stesa, anche se

in scala ridotta, che si vede all'estero. Il mercato tira, spuntano

i maestri di Kali. io personalmente non dio niente e aspetto che

torni di moda l'aerobica, allora si che vedremo chi pratica davvero

il Kali.

8) Tipica lezione/stage?

A.:Dipende dalla durata, dai praticanti, dagli obiettivi, da me e

dall'atmosfera.

Comunque le regole di base sono, trovare un principio, e

trasportarlo attraverso diverse tecbniche e applicazioni a tutte le

aree di studio.

Per esempio: evitare un pungo con un particolare movimento, implica

lo studio di un principio alla sua base, quel principio va studiato

anche con il bastone, il coltello, il doppio bastone ed il doppio

coltello e col coltello ed il bastone.

non mettiamo insieme tecniche diverse, ma cerchiamo di sottolineare

tutto quello che c'è di comune tra le varie aree di studio e le

diverse tecniche

9) Rapporti con gli altri?

A.: La nostra porta è sempre aperta per tutti coloro che volessero

conoscere questo stile che in italia è ancora orfano della

tradizione e del prestigio che si è già guadagnato nel resto del

mondo.

10)vita privata?

A.: sono una persona come tante, mi piace molto la musica e la

compagnia dei miei amici.

11)Domanda a scelta

A.: Cosa vorresti realizzare nel prossimo futuro?

Portare Grand Tuhon Leo Tortal Gaje Jr in Italia. Lui è il PTK.

Sono sicuro che se lo vedessero, tutti capirebbero erchè ho scelto

il PTK

 

Per maggiori informazioni www.pekiti-tirsia.it

 

 

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