PROFILI DI GURO ITALIANI

NAZZARENO FERRONI

La giornata è calda ed afosa, come ogni sabato di fine Luglio che si rispetti. Sono fermo davanti ad un imponente zuccherificio abbandonato alle porte della cittadina di Comacchio e sto aspettando Nazzareno Ferroni. Tutto è iniziato con una telefonata qualche mese prima in cui esprimevo il desiderio di intervistarlo per il sito. Nazzareno ha accettato di buon grado, essendo, prima di tutto un grande comunicatore. In pratica è impossibile non essere "sommersi" di parole e pensieri, riflessioni, affermazioni da lui. Ma al contrario di tanta gente che tiene questo comportamento e spesso non sa nemmeno cosa sta dicendo, Nazzareno, ha l'apprezzabile qualità che sta riflettendo su quello che sta dicendo, frutto di anni e anni di esperienza di insegnamento e di documentazione metodica su tutto ciò che è l'universo delle arti marziali del sud-est asiatico. Ha propria la parlantina del deejay, peccato per il suo pesantissimo accento della zona, che lo renderebbe incomprensibile a metà degli italiani...;-) Eccolo che arriva a bordo della sua Brava rossa metallizzata. Ne esce un ragazzone dagli occhiali a specchio e i modi spicci e genuini. Nazzareno è un ragazzo che ha appena superato la trentina, ed è sempre stato appassionato di arti marziali. Si è formato come istruttore di Kali presso l'AKEA di Bonomelli a Milano dopo anni di intenso studio personale del Jeet Kune Doo. Ha studiato praticamente ogni libro in commercio sulle arti marziali filippine, JKD ed allenamento con i pesi. Entriamo in casa sua e siamo ospitati nella sua cucina. Apro il mio portatile e Nazzareno Ferroni risponde con trasporto e voglia incisività alle domande. 

 

punto elenco Com'è iniziata la tua carriera nelle arti marziali e perché?naz1.jpg (5036 byte)

A sei anni ho iniziato Judo con un maestro amico di mio padre. Allora ero piuttosto gracilino per la mia età e si pensava che un'arte marziale potesse aiutarmi per difendermi. Da allora non ho mai smesso di percorrere la Via delle Arti Marziali. Ho sempre saputo, da allora che quella era la mia strada. Ho avuto diverse esperienze di attività con diverse arti marziali fino all'età di 16 anni dove ho acquistato una copia del libro di Bruce Lee "Il Tao del Jeet Kune Do": in quel libro ho trovato risposte che mi ero formulato per tutti quegli anni senza ottenerne una. In quel momento ho capito che il JKD era ciò faceva davvero per me. L'ho studiato fino all'età di 25 anni quando mi sono avvicinato al Kali.

punto elenco Con chi hai studiato?

La mia è stata un'esperienza personale. Fino ai 25 anni ho sempre praticato con amici e conoscenti, sperimentando ciò che apprendevo da libri. Mi sono allenato con mio fratello anche con il Wing Tsung, anche se è stata un'esperienza molto breve. La mia vera e propria esperienza di allievo seguito da maestri, a parte quella da bambino con il Judo, è stato con l'AKEA sotto i Guro Acquistapace, Bonomelli e Maltese.

punto elenco Che tipo di regime di allenamento segui?

Stretching e potenziamento muscolare. Non è affatto vero che la massa muscolare rallenta i movimenti. L'allenamento con i pesi è sempre stato patrimonio dei marzialisti di tutte le epoche e stili. Ho passato buona parte della mia vita con allenamenti pesantissimi di bodybuilding e arti marziali. Fino a 3 ore al giorno tutti i giorni. Questo mi ha portato a notevoli problemi muscolari e di articolazioni (Nazzareno ha appena finito il recupero da un'operazione ad un tendine flessore dell'avambraccio che gli si era "usurato" negli anni di intensissimo allenamento). Un consiglio: anazz2.jpg (2616 byte)llenatevi con moderazione. Non è vero che si migliora allenandosi tutti i giorni. Così si stressa solo l'organismo che non tempo di recuperare, e quindi lo si logora e basta. Ora ho sviluppato una tecnica alquanto "controcorrente" rispetto al pensiero comune di allenamento: pochi allenamenti, infrequenti, ma intensissimi. Parlo di 15 minuti tiratissimi al giorno, ogni tre, quattro giorni. Questo per il potenziamento muscolare. Per il resto faccio molto allenamento con i focus, con attrezzi statico/dinamici di mia progettazione (attrezzi simili a degli "uomini di legno"), simulazioni d'aggressione con i miei allievi, e molto ubad. Parlo, comunque, di tre, massimo quattro sessioni alla settimana da un'ora e mezzo.

punto elenco Mai subito infortuni durante gli allenamenti?

Nulla di serio. Ricordo solo delle tibie molto doloranti in un periodo che si studiava l'efficacia dei calci bassi.

punto elenco Maggior pregio dello stile di kali/arnis da te studiato?

Il mio sistema, il Inosanto/Lacoste, è il JKD del Kali. Libertà di pensiero e d'azione, senza troppi schemi fissi. Questa elasticità mentale/tecnica è la base di un'enorme efficacia.

punto elenco Il peggior difetto?

Ad essere sincero faccio fatica a dirlo. Nel senso che io vedo in tutto un difetto che dev'essere corretto. Il sistema lo trovo così aperto alle sperimentazioni, allo studio personale, che difficilmente riesco a trovare una pecca in un'area specifica. I limiti possono essere solo personali. Posso anche dire che il difetto scaturisce quando si cerca di insegnare tecniche troppo tradizionali, e quindi troppo legate a concetti rigidi, che non possono affrontare tutte le situazioni di combattimento reale.

punto elenco Preferisci lo studio delle mani nude o delle armi?

Il coltello è senz'altro l'area del sistema di combattimento filippino che preferisco. Poi segue il mano mano.

 

punto elenco Una lezione tipica?

Non ho un programma fisso. Posso dirti che inizio con un riscaldamento basato sull'esecuzione di addominali, concentrano la mente e riscaldano molto bene molte fasce muscolari contemporaneamente, quindi inizio con esercizi a vuoto di pugni/bastoni a seconda di cosa seguirà dopo a livello tecnico. Tento di immettere un argomento ogni lezione, controllando sempre che gli allievi abbiano una buona padronanza delle basi. Non ho problemi a fare buona parte della lezione solo di footwork se mi accorgo che non l'hanno ancora bene acquisito durante tecniche varie a mani nude e con armi.

punto elenco Chi è il tuo allievo tipico?

Ha vent'anni ed è operaio. Più che altro vengono ragazzi che vogliono imparare a difendersi, o magari qualche settimana prima hanno subito un pugno in faccia in discoteca. Di solito questi durano poco, appena capiscono cosa significa affrontare seriamente una vera arte marziale. Purtroppo questa mentalità dell'essere invincibili in una rissa grazie alle arti marziali di "ultima generazione" è troppo pubblicizzata da istruttori non particolarmente seri. Ultimamente si tratta di praticanti di altre arti marziali che vogliono ottenere di più da loro stessi.

punto elenco Un commento sulla situazione italiana delle arti marziali del sud-est asiatico

Credo dinazz3.jpg (3030 byte) scarso livello perché spesso le stesse persone che importano e diffondono queste discipline sono loro stessi presuntuosi, di scarsa umiltà e pensano solo al lucro. Di conseguenza si perde la vera essenza di queste discipline. L'idea di partenza, finche è rimasta in mano ad una ristretta cerchia di maestri/Istruttori, che io ho scelto (l'AKEA) all'inizio era buona. Tecnicamente assolutamente valido. Anche dello stesso M° Maltese che si è dissociato dall'Akea lo reputo un ottimo maestro. Non un "combattente", ma un praticante studioso, un ricercatore tecnico specialmente dal profilo del settore indonesiano. Estremamente valido come insegnante, lui come gli altri tre dell'AKEA (Bonomelli, Acquistapace, Fontana). Mi sono allontanato dall'AKEA per motivi di dissociazione dalla loro politica che ultimamente avevano lanciato di tariffe degli stages. Attualmente intrattengo con loro normali rapporti di amicizia.

punto elenco Rapporti con altri esperti del settore?

No, non ne ho. Ho fatto uno stage con un rappresentate del Doce Pares una volta qui a Comacchio organizzato da un mio amico praticante del Latosa Eskrima. Più che altro sono costretto per vari motivi personali ad allenarmi per conto mio o con conoscenti, e poi se vuoi tirare fuori davvero il succo di quello che hai praticato devi comunque lavorarci sopra molto da solo. Non puoi continuare a passare da uno stile all'altro e fare un accumulo; anche soltanto andare a parlare con altri istruttori, fare allenamenti con istruttori diversi, si assorbono per forza delle idee di altri, e stare a pensare a queste idee contemporaneamente non porta allo sviluppo vero di nulla di specifico. Le porte e le finestre, la tinteggiatura di una casa, si mettono di solito quando la struttura è finita e solida. Io sto ancora tirando fuori moltissimo dalla mia esperienza personale, devo preparare programmi, devo preparare gli allievi, devo preparare me stesso. Non è il commercio della ricerca dell'ultima novità, insomma non sono il tipo.

punto elenco Episodi in cui ti è dovuto capitare di usare realmente le tue conoscenze per difesa personale?

Ci sono andato vicino più di una volta, ma grazie all'impronta marziale che ho sviluppato in questi anni di pratica, ho sviluppato una grande sicurezza in me stesso che ha sedato la situazione senza che degenerasse in una colluttazione vera e propria. La vera essenza della pratica dell'arte marziale è che non bisogna arrivare volutamente al combattimento. Mi è capitato ultimamente con un collega di lavoro in cantiere. Lui mi aveva minacciato di "darmi due pugni" e io l'ho invitato a farlo, ma che non avrebbe trovato pane per i suoi denti. Con questa mia risposta sicura, e con il mio atteggiamento (linguaggio del corpo) estremamente sicuro, ho disinnescato una situazione potenzialmente pericolosa. Questa psicologia nel maneggiare questo tipo di situazioni la capisce di più chi studia davvero le Arti Marziali, non chi fa sport agonistico.

punto elenco Progetti per il futuro?

Progredire. Trovare il tempo di fare le cose con calma come riuscivo a fare prima dell'infortunio all'avambraccio. Non voglio studiare altre arti marziali: ho fatto una scelta. Si dice che ci vuole una vita per un'arte marziale, non sono completamente d'accordo, ma ci vuole una vita per crearsi una struttura, una spina dorsale robusta. E' meglio forgiare una robusta conoscenza in qualcosa che diventare qualcosa formato di tante cose diverse. Inutile fare una casa fatta di mattoni, di paglia, di legno, che al primo tifone si distrugge. Allora preferisco farla tutta di paglia che se deve distruggersi con il tifone lo so, e prima di questo scappo. Oppure la faccio tutta di mattoni che resiste al tifone e l'affronta.

punto elenco Consigli per chi si avvicina per la prima volta alle arti marziali filippine?nazz4.jpg (1757 byte)

Innanzitutto non si può giudicare un'arte marziale dai corsi fatti in palestre private, o praticando semplicemente per due-tre anni. Sono pochi. Mettiamo che ti alleni tre volte alla settimana -o per due ore-, per una stagione, diciamo da settembre a giugno. Tu non hai fatto tre anni, hai fatto tre mesi se va bene di lezioni continuative, e poi e poi. Di conseguenza essere umili, aspettare di capire quello che si sta facendo e tentare di capire cosa è meglio per noi, a seconda delle nostra indole, della nostra struttura fisica. Purtroppo le occasioni di mettere in pratica certe tecniche, pur non volendolo, sono in aumento. Io penso che la cultura, i valori, nella nostra società stanno degradando in maniera seria. C'è necessità che il ragazzo, quando studia certe arti marziali, capisca che sta studiando qualcosa che non è l'andare a fare a pugni in discoteca. Ma la realtà è la realtà, dove chi ha ragione ed buono spesso e volentieri perde sempre e alla fine le busca di brutto.

punto elenco Ci sono delle ragazze ai tuoi corsi?

Ragazze? Non hanno la mentalità e il giusto approccio. In primis pensano che l'istruttore vuole impressionarle per portarsele a letto, e quindi non lo prendono sul serio. Secondo vogliono solo mettersi in mostra e perdono di vista l'insegnamento marziale vero e proprio. Il più delle volte seguono la moda e basta.

punto elenco Ma tu consiglieresti la pratica del Kali ad una donna?

Altroché. Devono. Se ne devono rendere conto che non possono competere con un uomo. Anche se sono campionesse mondiali di kickboxing non riusciranno mai a competere con un uomo, devono capitare con uno alto 1,50 e pesante 50 KG. A livello fisiologico l'uomo è di per sè di costituzione, muscolatura più forte di una donna, anche di pari peso o anche se la donna pesa qualche chilo in più. Il fatto stesso che gli uomini siano dotati del testosterone li avvantaggia a livello fisico nei confronti di una donna di pari peso. E' inutile raccontare le favole di certi corsi di difesa personale: schiaffo al viso, dita negli occhi, ginocchiata ai genitali. Tutte balle.

Nazzareno insegna a Comacchio (FE), ma è disponibile previo appuntamento a stage di JKD e Kali stile Inosanto/Lacoste nel Nord Italia. Chi volesse contattarlo per informazioni  è pregato di mandarmi una mail. Letterin.gif (9639 byte)

 

Torna alla pagina precedente