Tiziano Santambrogio
Tiziano rappresenta il volto "non convenzionale" dell'Arti Marziali Filippine, e non, in Italia. Per "non convenzionale" intendo che Tiziano non è affiliato a nessuna grande Associazione di richiamo, non organizza stages facendo pubblicità su riviste del settore citando nomi di Grandi Maestri d'oltreoceano e non ha codificato nessun metodo su cui fare businness.
Tiziano è quello che è. Un appassionato marzialista con decine d'anni di pratica, passando per i vari stili e sistemi di combattimento che in Italia si sono affacciati negli anni. Questa è la sua intervista, dove Tiziano ha una irrefrenabile voglia di comunicare la "sua Via" per praticare le Arti Marziali.
1)
Come e quando è iniziata la tua carriera nelle Arti Marziali?
-
Inizia nel Febbraio del 1976, col Karate Shotokan perché a Milano
c'erano solo Karate o Judo, ed il Karate, con i colpi, mi piaceva di più. Poi
nemmeno sapevo, allora, che di Karate ce ne fosse più d'uno: quello era il Karate, punto e basta.
-
Mentre proseguivo il percorso nel Karate Shotokan, iniziai a chiedermi
perché si tirasse con ambedue le braccia ma sempre e solo con una gamba, quella
arretrata (allora il Karate Shotokan era ben diverso da quello d'oggi!). Nessuno
seppe darmi una risposta. Ciò mi spinse a frequentare stage ed iniziative di
altri stili di Karate che, piano piano, facevano la loro comparsa a Milano e
dintorni: Shito ryu, Wado ryu, Goju ryu, Shingakukai. In questo ero aiutato
dalla mia professione di allora, in un Ente di Promozione Sportiva riconosciuto
dal C.O.N.I., il che mi permetteva di stabilire legami con organizzazioni e
realtà su tutto il territorio nazionale. La voglia, poi, di verificare a
contatto l'efficacia delle tecniche, mi spinse a praticare, in
contemporanea, anche il Contact (oggi Kick Boxing).
-
Fu un percorso assai stimolante, benché difficile anche perché, allora,
non era possibile allenarsi con Maestri o discipline differenti, si rischiava
l'emarginazione, la squalifica, le botte!
-
Questi furono i miei inizi.
2)
Quanti stili hai praticato?
Tanti . All'inizio, appunto, per rispondere alle
domande che la stessa pratica mi stimolava, poi iniziai a restringere il cerchio
delle mie ricerche. , un po’ per evitare il pericolo di sommare e mischiare
questo e quello, un po’ perché negli anni mi convinsi che occorreva lavorare
sulle qualità richieste ad una praticante, più che sull'offerta di discipline
Così, in 25 ani di pratica, ho attraversato diverse
Arti Marziali: Ju Jitsu, Yoseikan Budo, Shaolin Mon Karatedo, Aikijitsu, ecc.
anche ottenendo gradi e qualifiche di rilievo, per poi, piano
piano, restringere il cerchio d'azione.
Ora devo dirVi quali sono le qualità richieste ad un
praticante di Arti Marziali. In sintesi:
Attività
multipla e simultanea - la capacità di muovere il corpo, contemporaneamente, in tutte le
direzioni
Potenza
esplosiva -
la capacità di esprimere il massimo della penetrazione in un tragitto ancorché
breve
Sensibilità e
flessibilità
- la capacità psicofisica di aderire, adattarsi e reagire all'unisono ed
immediatamente, facendo leva, oltreché sul corpo, anche sul campo emozionale e
degli istinti, compreso l'istinto animale assopito o distorto
nella attuale società del benessere e dei consumi
Ritmo e fluidità - capacità di tenere il ritmo delle cose e del loro fluire, senza
intoppi e rigidità
Oggi, mi dedico alla pratica ed alla trasmissione di
Kenpo, Tai Chi Chuan, Wing Chun, proprio perché in queste Arti, così come le
studio e trasmetto, trovo espresse al meglio le caratteristiche che citavo
sopra. Nella costante ricerca di
affinare tali qualità, all'interno di Kenpo, Tai Chi Chuan e Wing Chun,
inserisco quanto ho studiato e vado studiando (mai smettere di aggiornarsi)
in altre discipline. In particolare Yi Chuan, Arnis de Mano, Escrima.
Insomma, ritengo non sia tanto importante lo stile,
l'Arte praticata, quanto il capire
quali sono le qualità richieste a un praticante di Arti Marziali e quelle
lavorare attraverso le Arti più consone.
3)
Il proprio regime d'allenamento personale ?
Duro e divertente, due termini che, per me, quando
vanno a braccetto, portano i risultati migliori, in ogni campo!
Duro, perché aiuta a dare ordine e metodo nelle
cose. Divertente, perché solo se ti diverti, realmente assimili quanto stai
imparando.
Così, in pedana, pratico insieme ai miei allievi,
dunque circa 14 - 16 ore a settimana, poi ci sono le lezioni presso i miei
Maestri ed, infine, gli spazi per i miei allenamenti personali.
Ma, e lo ritengo importante, c'è l'allenamento fuori
dalla pedana: nel modo di stare in piedi o seduto, di muovere le mani, di
guardarsi attorno, di mangiare, di avere rapporti con gli altri, di pensare. Nel
caso la pratica delle Arti Marziali sia un impegno, una scelta di vita, ovvero
una guida nella nostra esistenza terrena, allora i suoi principi, le sue
strategie, sono fondamentali anche nella vita quotidiana. Così scopriamo che
tirare calci o bastonate, testate o pugni, è solo un mezzo per addestrarci a
vivere meglio con noi stessi ed il mondo circostante, a saper dialogare e
confrontarci con le zone d'ombra che vivono in noi, a fare scelte di lusso
interiore ben diverse da quelle di lusso esteriore che ci impone la società dei
consumi, ecc. Mi spiace, è un discorso troppo lungo ed intimo perché io sia
capace di concentrarlo in un'intervista!
4)
Descrivi la tua Associazione
Una Scuola Tradizionale.
Tradizionale
ü
perché
gli allievi più anziani hanno le chiavi del locale, per potersi allenare,
suonare la chitarra, preparare gli esami universitari, appartarsi con la
ragazza, chiacchierare con gli amici, dormire, quando vogliono;
ü
perché,
anche nell'arco delle ore di lezione strutturata, uno può entrare in pedana
quando vuole ed uscirne quando vuole. Alla faccia di una società dove se, al
semaforo verde, non scatti immediatamente, ti fucilano, se al lavoro arrivi
tardi devi giustificarti, ecc.
ü
perché,
spesso, la musica (negli anni 2000/3000 è rock o hip hop) segna il ritmo delle
lezioni;
ü
perché si praticano solo Arti Marziali, lasciando aerobica,
body building, step e quant'altro alla sfera del fitness e del corpo lucido e
bello ( per referenze, rivedere Fight Club o Rocky 3);
ü
perché
ad accoglierti non trovi la biondina in minigonna che ti conduce a vedere
armadietti, spogliatoi e sauna, ma l'allievo/allieva al momento disponibile che,
per esempio, ti spiega che qui armadietti non ce ne sono, perché come fai a
fidarti di uno che impugna una spada affilata o ti sfiora la gola con il taglio
della mano se non ti fidi a lasciare lì il cellulare o l'anello ?;
ü
perché
le pulizie ordinarie come i lavori di imbiancatura, stuccatura, riparazioni
varie, li facciamo noi tutti insieme.
ü
perché
le nostre dimostrazioni pubbliche sono improntate ad un linguaggio
multidisciplinare, così quelli che noi chiamiamo "spettacoli di Teatro
Marziale", vedono coniugati tecniche di combattimento, musiche, costumi,
luci, scenografie. Tutta roba che facciamo da noi , imparando a fare le
maschere, a truccare i volti, a tagliare e cucire mantelli e vestiti, a mixare
musiche, a segare ed inchiodare fondali;
ü
perché
ogni occasione (compleanni, passaggi di grado, ecc.) è buona per ritrovarsi,
nel Dojo o a casa di qualcuno, per mangiare e bere in allegria.
5) Il
proprio punto di vista sulla Difesa Personale
Pochi punti essenziali:
§
Conoscenza
di sé , Salute, Sicurezza, dunque
è importante sapersi difendere, non solo da aggressori esterni, ma anche da
quel famelico predatore che è sempre dentro di noi. In ambedue i casi conoscere
sé stessi è elemento
insostituibile per sapersi difendere, così come solo se ci sappiamo difendere,
ossia restiamo in vita, possiamo conoscere noi stessi, ecc. in un cerchio senza
fine dove ognuno di questi tre termini: conoscenza di sé, salute, sicurezza, si
lega all'altro.
§
Per farlo
occorrono strumenti di addestramento adeguati, dunque
Ø
un metodo
di trasmissione basato sull'emozione, sulle immagini, sulla reverie (possiamo tradurre
con "fantasticheria"?), perché solo così scavalcheremo il cervello
intellettuale e, attraverso il cervello mammifero, arriveremo al cervello
rettile, l'unico deputato alla sostanza delle nostre azioni.
Ø
delle
tecniche utili a sviluppare le qualità richieste ad un combattente (ne ho
scritto prima). Niente "se tu mi
prendi così, allora io faccio così" ma addestramento delle qualità
richieste ad un combattente attraverso le tecniche, non dipendendo dalle
tecniche.
Detto questo, però, resto allibito da tutto questo
fiume di difesa personale,
antiaggressione, con cui veniamo bombardati da Maestri, palestre, federazioni,
riviste, video. Ma che vita è se viviamo nell'ansia di essere aggrediti ogni
momento ? Basta. Credo ci si
speculi troppo, sia proponendo delle porcherie che non servono, ma anche
proponendo delle buone cose, perché si sfrutta una paura vieppiù montante a
solo scopo di vendita, di marketing. Ovvero
si fa leva sulla paura del possibile cliente per dargli anche roba buona ma mai
per fare uscire in superficie la sua paura e su questa intervenire per
indirizzarlo verso una vita migliore, serena.
Un buon adepto delle Arti Marziali è una persona
ottimista, coraggiosa, entusiasta, propositiva, fiduciosa in sé e negli altri,
autocritica e critica ma sempre dotata di un sano umorismo. Arriviamo a tutto
questo facendolo vivere nell'incubo di sapere tirare un pugno o una bastonata
per essere in grado di difendersi oppure sapersi difendere è, e io credo debba
essere, solo un aggancio per aiutarlo a scegliere una vita completa, un sé
sereno ed equilibrato?
6)L'allievo
tipico dei tuoi corsi?
5)
Età media trent'anni, media superiore o laurea, si avvicina per sapersi
difendere e resta a praticare per anni, un pò perché fa delle Arti Marziali un
percorso iniziatico che ne investe tutta o parte dell'esistenza, un pò perché
da noi si diverte tantissimo. Ho pochi allievi, ma con un'alta fidelizzazione:
il 60% di loro è con me da più di 10 anni. Questa mi pare una buona cosa,
perché significa che pratico e trasmetto bene. Peccato, ed è il mio limite,
non sappia fare nuovi proseliti. Dove sbaglio ? Qualcuno mi aiuti!
7)Il Kali in
Italia come lo commenteresti?
Il Kali, chiamiamolo Arnis de Mano, Escrima, le Arti
Marziali Filippine insomma, sono Arti bellissime, perché, quando ben trasmesse,
ti permettono di imparare divertendoti. Purtroppo il motto "Che cento fiori
fioriscano", se da un lato permette il fiorire di più Scuole e correnti (e
questo è un gran bene perché solo nella libertà cresce la consapevolezza),
comporta, per limitatezza degli uomini, ovvero interessi di bottega, presunzione
e rachitismo mentale, che ognuno si chiuda nel proprio palazzo d'avorio o di
cartone per poi mandare frecce avvelenate al di fuori.
Per dirla chiaramente, io sono convinto di praticare
al top
di quanto c'è in giro ed è giusto che pensi così, altrimenti, per onestà,
dovrei cambiare ed imparare altro. Questa mia legittima convinzione, legittima
se suffragata dall'efficacia nella
pratica del combattimento, dallo stare in salute, dallo stare bene con me stesso
e con gli altri, ecc., dovrebbe lasciarmi indifferente dal criticare gli altri
(a meno che non li prenda come esempio didattico, ovvero di quello che non
bisogna fare) o dalle loro critiche; di più, dovrebbe spingermi a non temere,
anzi a stimolare, situazioni di libera espressione comune: feste, dimostrazioni,
in cui ogni Scuola presenti il meglio di sé. Vi pare possibile con i ras che
circolano in Italia?
Attenzione: le zanzare hanno un motivo per cui
esistono, non so con certezza quale sia, ma esse sono pasto per gli uccelli,
senza di esse non lavorerebbero le industrie dei vari autan, off, ecc. Voglio
dire che, nel cerchio del Tao, c'è una ragione per tutto e tutti. (anche per la
mia di presenza!)
8) Una tipica lezione/stage
Io punto sull'addestramento di qualità del
praticante e non sull'evasione di programmi federali o simili e le mie lezioni
sono aperte a tutti gli allievi, senza distinzione di grado (Nell'Insegnamento
Tradizionale una cosa spiega l'altra, dunque non esiste l'imparare prima A, per
poi passare a B. Chi non si fida della
Tradizione può vedere nei fondamenti delle scienze più moderne, come la
cibernetica, per trovarvi gli stessi concetti). Questo fa si che le lezioni non
abbiano una struttura fissa. Posso dire, a mò di traccia, che uso spesso fare
riscaldamento giocando a pallavolo in cerchio: la pallavolo
sfida la legge di gravità, abitua a colpire con le mani aperte, stimola
l'equilibrio, allena lo scatto repentino, ecc. Durante la lezione mi preme
sempre sottolineare l'aspetto di ricamo complessivo della pratica, ovvero
meccanica del corpo umano, catene cinetiche, ecc. sono simili in ogni
situazione, mutano solo alcuni elementi. Cerco la Trasmissione attraverso le
emozioni, l'immedesimarsi in immagini ed allegorie. Mi preme che l'efficacia,
condizione essenziale di una pratica marziale, sia capita, interiorizzata: se ci
sono dei dubbi meglio verificare subito. Uso strumenti adeguati alla verifica a
contatto, dunque bastoni in rattan (meglio se protetti da nastro isolante
altrimenti si sfaldano subito, ma anche bastoni in legno robusto protetto da
strati di vetroresina per i contatti duri bastone su bastone o sui copertoni,
bastoni costruiti con quotidiani rivestiti di cartone per il contatto sul
corpo). Ovvia conseguenza di quanto detto fino ad ora è l'utilizzo degli
attrezzi come tali, non facendosi limitare dalla loro apparenza: ecco che
all'uomo di legno addestriamo colpi e difese col bastone singolo,
intrappolamenti e proiezioni, tecniche di pugilato; al sacco addestriamo la
potenza esplosiva a contatto, il collante esplosivo (peng' hinge), la fluidità
delle sequenze dei colpi (dragon's touch) e le proiezioni. Finisco, in genere,
con lavori di rilassamento e caricamento energetico o automassaggio: sono un
sostenitore della pratica marziale come fase di ricarica energetica, non come sfogatoio!
9) Rapporti con
altri rappresentanti d'Arti Marziali in Italia?
Negli anni passati ne ho avuti e parecchi. Da alcuni
anni mi sono tuffato in un isolamento che, se ha migliorato la qualità della
pratica permettendomi di concentrami su di essa, rischia però di ottundere una
visione complessiva delle cose. Questo sito mi aiuterà in questo ?
10)Che consigli
daresti a chi si vuole avvicinare alla tua Associazione?
Pochi schemi intellettuali, ovvero abbandonare la
cultura illuminista o, peggio, positivista. Piuttosto tanta voglia di
emozionarsi e divertirsi. Poi si vedrà!
11 Tiziano
nella vita privata?
Da sempre, pagando in prima persona, controcorrente
(anche c..zando delle volte!), da qualche anno finalmente sorridente. Entusiasta
della fortuna che ho di vivere e del privilegio, che molti, moltissimi non
hanno, di godere di buona salute e, Vi assicuro, se Vi fermate un attimo a
riflettere , non è poco. Grato a Giulia e Renzo di averlo messo al mondo e a
questo mondo, tra piccole e grandi felicità, piccole e mai troppo grandi
disgrazie, grato di esistere.
Quando nacque mio figlio, sull'album di foto scrissi
"Magari le pezze al culo, ma grandi
entusiasmi nel cuore". Ecco,
in questi giorni che sento parlare di vacanze ed io, per mancanza di soldi, andrò
in ferie ma non in vacanza, punto più l'accento su quel "magari".
Come a dire che se le pezze non ci fossero e ci fosse solo l'entusiasmo sarebbe
meglio. Ma appena giro lo sguardo e, nell'ufficio dove lavoro fuori Milano e che
mi dà lo stipendio, vedo il sole che sembra frantumare i vetri e sento gli
uccellini cinguettare, beh, l'accento va tutto su "entusiasmi nel cuore", perché non lavoro nel centro di Milano,
tra cemento e folle di passanti, perché tornerò a Milano in bicicletta, che un
po’ di moto fa bene (a me, che già sto ore in pedana!?), perché mi divertirò
a praticare con gli allievi e poi cenerò con mio figlio, perché…
12 Una domanda
a scelta…
Così,
sparati a casaccio, a mò di brain storm, 5 libri, 5 film, 5 situazioni in cui ritrovare le
Arti Marziali:
Libri
·
Frammenti
di un insegnamento sconosciuto - Ouspenski
·
La tenera
arte del guerriero - Bolelli
·
Essere
uomini - Risé
·
Viaggio a
Ixtlan - Castaneda
·
Il libro
dei cinque anelli - Musashi (nella edizione commentata da Cesare Barioli)
Film
·
La via
lattea
·
I tre
dell'operazione drago
·
Il
vendicatore
·
Fight
Club
·
C'eravamo
tanto amati
Situazioni
·
Fai
l'amore con la tua donna e senti esplodere l'animalità che c'è in te
·
Guardi
tuo figlio nel sonno e senti che, con la "freccia scagliata nel cielo", una grossa parte di te se ne va
per sempre, un'altra (ma è la stessa) torna a congiungersi con la vita
·
Danzi,
col cuore e col corpo, immerso nel chiarore della luna
·
Pedali, o
corri, o cammini in salita, col cuore che pompa, il sudore che scorre e senti la
fortuna di essere vivo
·
Scivoli
nel sonno e sai che lì un'altra esistenza potrebbe nascere
Tiziano
Santambrogio
risponde al 339/415.13.69 oppure E mail: tsantambrogio@yahoo.it
Lo
Z.N.K.R. - Scuola di Arti Marziali Orientali e Formazione Guerriera -
è a
Milano
- via Simone D'Orsenigo 3. Tiziano Santambrogio
Corsi
collettivi al mattino ed alla sera. Lezioni private in sede o a domicilio.
Cesano Boscone
- pal. scolastica v. Garibaldi. Valerio Giordano
Cinisello
Balsamo -
pal. scolastica v. Paisiello. Claudio Morganti