DIFESA DA MINACCIA DA ARMA DA FUOCO

Introduzione

La minaccia da arma da fuoco è, intuitivamente, un serio pericolo. La possibilità di essere sottoposti a questo tipo di minaccia non è del tutto improbabile, tenendo conto della disponibilità anche a livello di microcriminalità di pistole, anche di calibro relativamente grande. Come nel caso di minaccia da coltello, la nostra reazione, se disarmati a nostra volta, potrà (e dovrà) essere la più decisa ed efficace possibile. Siamo stati minacciati con un’arma che potrebbe procurarci ferite mortali: possiamo difenderci con tecniche che proporzionalmente possono arrecare lo stesso grado di offesa. Ci sono solo alcuni casi in cui si può impostare una difesa efficace, partendo però da dei presupposti ben precisi, in tutti gli altri casi è meglio cedere alle richieste di chi ci sta minacciando, perlomeno per tentare di acquisire uno o più presupposti per tentare di difendersi e disarmarlo.

Tecniche di disarmo

Tutte le tecniche da applicare in questi casi devono essere eseguite quando chi ci minaccia non ha ancora deciso se premere il grilletto o meno, mentre noi dobbiamo decidere o meno se eseguire il disarmo. E’ importante non telegrafare le nostre intenzioni, ubbidire ad ogni richiesta e tentare di porsi nella posizione con le braccia alzate ed i palmi rivolti verso chi minaccia ad altezza delle spalle. Questa posizione delle braccia è ideale per applicare con efficacia le tecniche di disarmo. Il malvivente esperto farà rannicchiare sulle ginocchia chi minaccia con le mani dietro la testa e le dita incrociate.

Presupposti base:

punto elenco Chi impugna la pistola è a meno di un metro da noi frontalmente o alle spalle
punto elenco Chi impugna la pistola è a più di sette metri di distanza
punto elenco Non ha ancora deciso di premere il grilletto e sta solo imponendo con la minaccia le sue richieste

Diciamo subito che il tiratore non esperto sotto stress, a sette metri di distanza, difficilmente riesce a colpire volontariamente in una zona vitale una sagoma umana in movimento. A distanze su quest’ordine e preferibilmente superiori, se abbiamo dei ripari dove nasconderci repentinamente abbiamo delle buone probabilità di non essere colpiti. Ricordiamo che sparare in maniera mirata con una pistola, specie di calibro grande, è difficile. A venti metri di distanza, in condizioni sempre di stress, è praticamente impossibile fare centro.

Sotto il metro di distanza si applicano le tecniche di disarmo che hanno un buon margine di riuscita. L’unica eccezione è la pistola puntata frontalmente direttamente a contatto del ventre con la canna in qualche maniera intenzionalmente impigliata nei vestiti. Questa è una tecnica da professionisti per evitare qualsiasi tecnica di disarmo, infatti, qualsiasi colpo mirato al polso/mano/braccio che regge la pistola inevitabilmente porta ad uno spasmo alla mano che induce la contrazione del dito sul grilletto; difficilmente chi si difende è in grado di liberare da vestiti la canna e poi eseguire la tecnica. Questo caso particolare a parte, la difesa da pistola sotto il metro è relativamente semplice da applicare. I punti da seguire sono i seguenti:

punto elenco Togliere il corpo dalla linea di tiro
punto elenco Contemporaneamente spingere il braccio armato nella direzione opposta
punto elenco Eseguire un disarmo restando fuori dalla linea di tiro dell’arma (che verosimilmente sparerà)

Il tempo di reazione medio in una situazione di stress per premere un grilletto intenzionalmente (ovvero il tempo impiegato da chi impugna la pistola di intuire che stiamo impostando un disarmo e l’azione fisica di premere il grilletto) e di circa 1/10 di secondo. Con un allenamento adeguato, e con il vantaggio psicologico dell’iniziativa, si può eseguire lo spostamento del corpo fuori dalla linea di tiro e contemporaneamente spostare il braccio armato nello stesso tempo. Il fattore sorpresa e velocità è essenziale. Il momento ideale per eseguire il disarmo è quando chi ci minaccia viene distratto per una frazione di secondo da motivi di qualsiasi natura.

Esaminiamo il disarmo da minaccia frontale, a meno di un metro di distanza, pistola impugnata con la mano destra.

Le tecniche di disarmo si dividono in due categorie:

punto elenco Sul lato esterno
punto elenco Sul lato interno

 

Sul lato esterno

Partendo dalla posizione descritta sopra (mani ad altezza spalle) eseguire una rotazione del busto in senso orario portando la gamba destra indietro, contemporaneamente con la mano sinistra afferrare il polso della mano armata dell’avversario e spingerla verso l’alto e a destra facendo ruotare il polso di 180° in avanti (in modo da trovare il braccio armato in posizione anti-fisiologica). Continuare la rotazione del corpo in modo da avvolgere con il braccio sinistro il braccio armato ormai teso. Con la mano destra accentuare la leva di torsione sul polso dell’avversario per provocarne la rottura. Contemporaneamente abbassarsi sulle gambe ed avanzare per indurre l’avversario a cadere a bocconi e noi a trovarci seduti contro la sua spalla destra. Una sequenza video ci aiuterà a comprendere questa tecnica nella sua "apertura".

 

Sul lato interno

Rotazione del busto in senso anti-orario la mano sinistra colpisce di taglio il polso della mano armata per allontanarla il più possibile verso sinistra –se questo colpo non ha disarmato l’avversario afferrare saldamente con la mano sinistra il polso armato-. Contemporaneamente la mano destra colpisce il viso dell’aggressore e si colpisce ai genitali con una ginocchiata. Questa tecnica è stata divulgata dal famoso Col. Rex Applegate nel suo libro "Kill or get killed". Video della tecnica.

 

Esistono altri tipi di minaccia, tipo la pistola puntata alla nostra tempia(VIDEO), oppure, classica puntata alla nostra schiena(VIDEO). Quest'ultima è una tecnica decisamente difficile, perchè prima di tutto non ci è dato a priori di conoscere la vera distanza dell'arma dal nostro corpo, quindi rischiamo di applicare la tecnica ad una distanza troppo lontana per disarmare chi ci minaccia, quindi con ottime probabilità di beccarci un colpo in pieno. Qualcuno consiglia di fermarsi di colpo (se l'aggressore ci chiede di camminare nella tal direzione) per sentire la canna toccare la nostra schiena, quindi scattare come delle molle per eseguire il disarmo. Perso per perso, si potrebbe fare anche così.  Nel film "HEAT" Robert De Niro esegue un disarmo con minaccia di pistola puntata alla nuca che è a dir poco perfetto. Odio rifarmi ai film per illustrare delle tecniche ben fatte, ma in certi casi chi le esegue (e chi ha addestrato l'attore) è bravo meritano di essere citati.

Queste tecniche operano il disarmo lavorando principalmente sul polso armato dell’aggressore. Tenendo conto, come già accennato, che per reazione ai colpi e/o leve la mano armata potrebbe contrarsi e quindi far sparare l’arma, è essenziale eseguire le tecniche di controllo tenendo le mani ben lontane dalla pistola. Nel caso di una pistola automatica la violenza con cui il carrello arretra durante la sequenza di sparo è sufficiente per squarciare una mano (specie in presenza di mire metalliche fisse sul carrello). Nel caso di un revolver ci si può permettere di lavorare con la mano direttamente sul corpo dell’arma, in quanto durante lo sparo la rotazione del tamburo non è in grado di ferirla gravemente. Una tecnica teorica di difesa dalle pistole automatiche consiste nel far arretrare, in un qualsiasi modo, di qualche millimetro il carrello, in modo che il percussore non sia più in grado di colpire il fondello della pallottola per innescarla. Tecnica totalmente disperata e con enormi possibilità che ci feriamo seriamente nell'eseguirla.

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