Intervista con Mitchell Tsia King Fung

"I move here... I strike here , and I strike here ,and here... Everytime..." Mitchell Tsia King Fung quando insegna una qualsiasi tecnica percuotente.

E' il periodo della Pasqua 2000 a Parigi. Non sono giornate belle dal punto di vista atmosferico ed io mi trovo mitchell0.jpg (14555 byte)a prendere lezioni dal mio attuale istruttore che mi segue per l'Arnis Koredas Obra Mano: Mitchell Tsia King Fung. Abbiamo appena finito di allenarci sotto un casino in un enorme parco pubblico (sembra una foresta vera e propria) che sorge nelle immediate vicinanze delle periferia sud occidentale di Parigi. Tranquilla, elegante e moderna. Fino a pochi minuti prima l'aria era freddina e pioveva e ci siamo allenati sotto gli occhi incuriositi, ma discreti dei frequentatori del parco. Alcuni guardavano e continuavano la loro passeggiata sotto la pioggia, magari con il cane al guinzaglio, altri si fermavano a distanza a guardare. Un signore di mezza età ha pure iniziato un applauso in una sequenza piuttosto veloce di attacchi e parate con il bastone singolo. Un paio di bambini chiedono se stiamo facendo Judo. Mitchell sorride e si ferma per chiarire subito le idee ai due bambini: questa attività non c'entra un bel niente con il Judo, si chiama Arnis ed è un'antichissima arte marziale Filippina, dice. Già, perché Mitchell vuole chiarire sempre tutto e subito. Patti chiari, amicizia lunga. Al contrario del M° Oliver Bersabal, Mitchell è decisamente più loquace e non si trattiene a spiegare ogni singola tecnica nel più piccolo particolare. E' piuttosto divertente sentirlo descrivere tutti questi dettagli in un inglese rimbalzante e musicale, come quello tipico dei francesi che tentano di parlarlo. Mitchell, comunque, non è francese, almeno non di nascita. E' figlio di padre cinese e madre creola, dell'isola di Reuniòn. Mitchell è letteralmente innamorato di questa isola e un giorno ha pianificato di andarci a stabilire permanentemente. Mentre parla spesso inframmenta le descrizioni con battute seguite dalla sua risata fragorosa. Mitchell ha appena sorpassato la trentina ed è sposato con Katrin, una bellissima ragazza creola che di mestiere fa l'insegnante di spagnolo; Mitchell invece è un tecnico sistemista NT in una nota azienda di telecomunicazioni di Parigi.

Finito l'allenamento, contando i lividi classici sugli avambracci, apro il mio notebook e Mitchell pazientemente risponde alle mie domande mentre in macchina ci dirigiamo verso casa sua.

 

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Quand'è iniziata la tua carriera nelle arti marziali?

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Ho iniziato a 15 anni con la boxe francese e subito dopo con il bastone francese e poi con la kick boxing. Avendo tre zii, tutti e tre maestri di Karate, con uno di essi mi sono dedicato al Karate stile Shotokan. Ho avuto modo di imparare anche il Wing Chung ed il Jeet Kune Do. Poi ho incontrato l'arte marziale con cui ho passato maggior tempo della mia vita: l'Arnis stile Docepares. Infine due anni intensissimi di Penchak Silat -in cui ho dovuto interrompere totalmente l'allenamento di Arnis Docepares- con il Pendecar Suquawijaja Rully, tutto questo prima di iniziare il Koredas Obra Mano.

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Quale arte marziale hai praticato per più tempo?

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Dodici anni di Arnis Docepares con il Guro Jean-Pierre Deyfuss.

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Come hai incontrato la prima volta il M° Oliver Bersabal?

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Nel 1996 il M° Bersabal volle iniziare ad insegnare il Koredas a Parigi. Tramite un amico venne a vedere uno stage di Arnis Docepares. Lì prendemmo contatto per la prima volta ed accettai insieme a Daniel di diventare i suoi primi allievi.

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Che tipo di insegnamento era solito seguire il M° Bersabal?

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Non aveva un programma specifico in testa. Semplicemente chiedeva di essere attaccato e lui rispondeva nello stile Koredas, poi di volta in volta ci faceva notare i vari passaggi. La codifica vera propria del programma, con tecniche in progressione di complessità l'abbiamo elaborata insieme. Con lui mi sono allenato per tre anni e mezzo tutti i giorni. Allenamenti durissimi: una volta al mese ero dal chiroterapeuta per farmi curare traumi vari, specie ai polsi. La certificazione d'istruttore l'ho avuto nelle filippine, anche se ad essere sinceri là non mi hanno fatto muovere molto. Praticamente ho visto una classe di Docepares e qualche città. Ho avuto l'onore di conoscere il gran Maestro Andrè Gomban prima della sua scomparsa.

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Il maggior pregio dell'Arnis Koredas Obra Mano?

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La vicinanza con la realtà. Il suo sviluppo tecnico non presuppone nulla da parte dell'avversario, nessuna reazione codificata, al contrario di tante altre arti marziali. La sua pratica fa capire cosa è inutile e cosa è utile, a livello di bagaglio tecnico. Il suo punto di forza è il maneggio del bastone singolo a corta distanza. E' semplicemente efficace al 100%. La differenza con il Docepares che avevo praticato per così tanti anni è stata istantanea, questo arricchimento ha cambiato molto in positivo la mia vita di marzialista.

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Il peggior difetto, invece?

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Il sistema a mani nude non completo, io ad esempio lo insegno integrandolo con il Silat.

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Hai preferenze tra l'uso delle e le tecniche a mani nude?

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Mi trovo molto bene con il bastone, anche se la mia indole preferisce il mano-mano (l'uso delle mani nude). Naturalmente conosco anche le tecniche di coltello del Koredas, ma la vera abilità dell'uso del coltello sta nel neutralizzare l'avversario, non nell'ucciderlo. Perché per uccidere con un coltello non c'è bisogno di essere esperti di arti marziali, lo sappiamo dalla cronaca di tutti i giorni, è il difendersi armati e non da una minaccia del coltello che presuppone delle solide basi di pratica marziale. Personalmente penso che per essere davvero efficaci basta e avanza la conoscenza del maneggio del bastone singolo.

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Hai esperienze di combattimento reale?

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Solo cose da ragazzo, per fortuna finite senza troppe conseguenze per tutti... Ho partecipato agli europei di Arnis Docepares dove mi sono piazzato 3°, Daniel è arrivato 1°.

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Quanti allievi aveva il M° Bersabal?

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Al mio livello di conoscenza c'è solo Daniel. Penso che in tutta Europa siamo gli unici ad aver ricevuto la formazione completa sul Koredas. All'inizio il M° Bersabal era molto loquace, era entusiasta di far vedere ciò che sapeva, poi si è molto rinchiuso su sé stesso e tutti gli allievi successivi hanno ricevuto solo una formazione parziale. Io stesso, per motivi di tempo, qui a Parigi ho solo cinque allievi avanzati. Non posso permettermi di seguirne di più e non posso ricominciare con altri che hanno bisogno di fare delle basi.

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C'è uno stile di Arnis che si può paragonare al Koredas Obra Mano?

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Solo il Balintawak ci assomiglia, ma è solo un parente alla lontana.

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Scelte personali del M° Bersabal a parte, perché il Koredas è uno stile di Arnis praticamente sconosciuto?

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Come tutti i sistemi di combattimento filippini il Koredas, più di tutti gli altri, è stato considerato l'arma segreta per generazioni. Andrè Gomban, che in gioventù era solito sfidare tutti i più grandi eskrimador delle Filippine, ha speso una vita a modificarlo e migliorarlo, e ci teneva che fosse insegnato solo a pochi eletti. La tradizione vuole che non venga troppo diffuso.

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Cosa diresti a chi volesse avvicinarsi al Koredas per la prima volta?

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Di vedere una lezione di Koredas, e capirlo con la mente sgombra da pregiudizi e tentare di entrare in sintonia con un'arte marziale molto poco diffusa, ma di grande efficacia. Molti allievi del Koredas sono prima di tutto marzialisti provenienti da altre discipline che hanno capito, vedendo il Koredas in azione, che hanno spesso lunghi anni d'allenamento senza accumulare nulla di davvero efficace, applicabile negli scontri reali.

mitchell2.jpg (16210 byte)Siamo arrivati alla casa di Mitchell, un condominio di sei piani con un gradevole giardino interno, lui abita all'ultimo piano, da dove si gode un bellissimo paesaggio urbano della cittadina. Oltre alle arti marziali la grande passione di Mitchell è la preparazione di piatti tipici della cucina tradizionale dell'isola di sua madre. Assaggiando queste pietanze si capisce che anche in questo campo è stato un allievo modello di un grande maestro.

Da sinistra a destra: Imrann Bana, Mitcthell Tsia King Fung, l'autore.

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