RECENSIONI LIBRI

**SEZIONE IN COSTANTE AGGIORNAMENTO**

In questa sezione si tratteranno le recensioni dei libri di argomenti che vanno dalle Arti Marziali Filippine ed Indonesiane al combattimento del coltello nonché all'Autodifesa pura. La stragrande maggioranza di questi libri sono in lingua inglese e sono reperibili attraverso i normali canali di vendita di libri d'oltreoceano; da questo punto di vista Internet è una risorsa preziosissima. La recensione rispecchia il solo giudizio personale dell'autore del sito che tenta di essere il più obbiettivo possibile nella descrizione del contenuti di queste opere.

Le sezioni

Manuali tecnici: Opere dedicate alle arti marziali filippine, indonesiane e autodifesa in genere.

Manuali fitness: Libri che divulgano argomenti quali stretching, potenziamento fisico, trattamento degli infortuni

Videocassette: Serie di video dedicati alle arti marziali filippine ed indonesiane e autodifesa in genere.

Legenda valutazioni:

J :Decente. Però non approfondisce perfettamente quello che magari il lettore si aspettava, ma vale la pena prenderlo.

JJ :Realizzato in maniera chiara e comprensibile. Testi ben fatti e iconografia esplicativa. Da prendere.

JJJ :Ottimamente realizzato dal punto di vista del testo e delle fotografie. Il meglio per la sua categoria. Obbligatorio averlo.

L :A partire dalla scarsità dei testi e dalle foto poco chiare è al limite della consultazione in fatto di utilità. Se proprio si hanno dei soldi da spendere.

LL :L'autore non è certo un maestro nel realizzare testi di Arti marziali. Molta confusione e/o illustrazioni di tecniche con poco senso.

LLL :Tecniche insulse e pericolose, nonché suicide. Mal spiegate e mal raffigurate. L'autore del libro in questione merita di provare sulla propria pelle ciò che tenta di propinare ai lettori!

MANUALI TECNICI

 

FILIPINO MARTIAL CULTURE

Autore: MaRK. v. wILEY

Editore: Tuttle Publishing

Anno di pubblicazione: 1996

Valutazione: JJJ

fmc.jpg (4525 byte)La "Bibbia" dell'argomento Arti Marziali Filippine. Non si può iniziare un serio approccio a queste Arti Marziali senza aver letto quest'opera a carattere enciclopedico che tratta ogni aspetto della cultura marziale filippina. Mark Wiley ha fatto un lavoro davvero eccellente fornendoci un  libro che copre in maniera scrupolosa argomenti che vanno dalla storia delle Filipine dalla preistoria ad oggi, gli aspetti religiosi con i suoi riti e simboli, tipologia di armi e storia dei vari stili. Infine troviamo una sezione dedicata ad interviste esclusive ai più grandi Guro filippini.  Essenziale da leggere per chiunque anche minimamente interessato all'argomento.

 

 

KALI-L'Arte del combattimento totale filippino- (Recensione di Fulvio Cenci)

Autore: Maurizio Maltese

Editore: Edizione Mediterranee

Anno di pubblicazione: 1995

Valutazione: JJ

kali_m.jpg (3048 byte)Il primo libro sul Kali pubblicato in Italia. Il libro racchiude il naturale compendio all’opera di Roberto Bonomelli. Nelle sue pagine infatti vengono trattate in maniera molto più tecnica tutte le argomentazioni trattate nell’opera sopracitata con numerosi disegni e foto. Il linguaggio è spedito e semplice, caratteristica che rende più semplice la comprensione della spiegazione delle tecniche anche per chi è alieno alla pratica degli esercizi con bastoni e simili. La suddivisione dei capitoli mi sembra avere sequenza corretta per passare da un approccio di base a uno più avanzato, anche se l’esiguo numero di pagine costringe a tralasciare particolari lasciandoli sottintesi ad un pubblico già dell’ambiente. In generale non si possono che spendere delle parole di elogio per la realizzazione anche se mi permetto delle personali riserve sulla realizzazione dei disegni, che, nonostante la loro artisticità, tendono ad essere di interpretazione alquanto complicata.

 

KALI ESCRIMA ARNIS -Il combattimento con e senza armi-

Autore: Roberto Bonomelli

Editore: De Vecchi Editore

Anno di pubblicazione: 1997

Valutazione: JJ

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Roberto Bonomelli è un pioniere italiano del Kali. Ha avuto l'onore di essere allievo di Dan Inosanto nonché di frequentare altri illustri maestri di questa disciplina. Fondatore dell'AKEA di Milano ha contribuito alla diffusione del Kali nella zona di Milano e Brescia dal '93 in poi (oggi istruttori addestrati all'AKEA sono un po' in tutt'Italia); inoltre scrive articoli su rivista di arti marziali. In poche parole è una figura fondamentale per le arti marziali filippine in Italia. Ma allora perché ha pubblicato un libro che a prima vista sembra splendido, ma sotto sotto non dice nulla!? Mi spiego. IL volumetto di per sé stesso è all'altezza delle altre pubblicazioni De Vecchi sulle arti marziali in genere: molte foto, ma anche un testo ricco, con un indice di argomenti variegato e ben realizzato. La promessa di questo libro è che per una volta un libro italiano può dire la sua (e bene) su di una disciplina praticamente sconosciuta nel nostro paese. Finito il libro, invece, si ha come la sensazione di aver ingurgitato un sacco di dati (NON di CONCETTI), e di non aver ancor ben capito cos'è il Kali. Alla fine il problema è che Bonomelli fa una gran carrellata di tutto ciò che il Kali rappresenta senza soffermarsi decentemente su nemmeno una sezione in particolare. Non approfondisce nulla. Non è un manuale tecnico: ecco la grande delusione. Questo libro è poco più di un opuscolo ben realizzato che illustra il combattimento filippino. Spieghiamoci bene: il libro è fatto davvero bene, Bonomelli scrive con uno stile chiaro e ricco, ma se state cercando di capire bene che stile di Arnis-Kali l'autore ha praticato ed insegna, non lo capirete bene. E' chiaro che per fare un'opera che spieghi decentemente lo stile Lacoste-Inosanto ci vorrebbe un libro quattro volte più voluminoso di quello di Bonomelli, però mi permetto di insistere: per essere la prima opera tutta italiana sull'argomento Bonomelli poteva essere più tecnico. A questo punto raccomando caldamente questo libro ai non esperti di nessuna arte marziale, perché bene o male avranno un'idea del fatto che esistono arti marziali che fanno delle lame e dei bastoni il loro fondamento tecnico. Se siete invece dei marzialisti, magari con già delle conoscenze di arti marziali filippine/indonesiane... Questo libro ce lo avete di già e ne siete stati un pochino delusi come il sottoscritto. Spero che Bonomelli scriva un altro libro, ma un po' più tecnico: quella allora sarà un'opera imperdibile, perché le conoscenze e le capacità di fare una gran pubblicazione le ha. Eccome.

CLOSE COMBAT-Combattimento corpo a corpo-

Autore: Maurizio Maltese

Editore: Edizione Mediterranee

Anno di pubblicazione: 1999

Valutazione: JJJ

cc.jpg (4553 byte)Maurizio Maltese è un pilastro delle arti marziali del Sud-Est Asiatico in Italia .  "Close Combat" dovrebbe essere un compendio di tecniche per il combattimento corpo a corpo estrapolate tra le più efficaci dal Kali, Silat, Jeet Kune Do. Con tutto rispetto per la precedente opera "Kali", Maltese ha deciso di abbandonare gli artistici, ma incomprensibili (almeno per me...) disegni a carboncino per illustrare le tecniche con chiare sequenze fotografiche. Perchè raccomando questo libro? Non tanto per le tecniche a mani nude, che sì, sono abbastanza logiche e realistiche (a parte qualche sopportabile eccezione), ma per l'introduzione alla difesa personale, le pagine dove il M° Maltese ci parla dell'atteggiamento mentale di chi deve decidere se affrontare (oppure no e perchè) una situazione di difesa personale. Sono d'accordo con l'autore al 110% in ogni singola parola di quelle pagine. Altro motivo per cui lo consiglio: la sezione delle tecniche di coltello contro coltello, per quanto si tratti di tecniche -a mio personale parere- difficilmente impiegabili nella realtà, sono un trattato molto intrigante dell'eredità italiana del combattimento con il coltello.

SILAT CIDEPOK - Antica arte marziale di BALI-

Autore: Maurizio Maltese

Editore: Edizione Mediterranee

Anno di pubblicazione: 1997

Valutazione: JJ

sc.jpg (3813 byte)Il M° Maltese è forse l'unico vero esponente del Pencak Silat in Italia. Questo libro (e gli altri due che seguiranno) sono praticamente l'unica fonte tecnica in italiano di uno stile di quest'arte marziale poco diffusa. Il libro è diviso in varie parti. La prima è l'interessante racconto dell'autore (sempre con uno stile vivace, fresco e schietto) di come è stato iniziato al Pencak Silat. Poi segue una sezione dedicata all'esecuzione di un Jurus (esecuzione formale di una sequenza di tecniche a vuoto), poi l'applicazione vera e propria con sequenze fotografiche. Le tecniche riportate sono piuttosto rappresentative dello stile studiato dall'autore, e quando le studiate ricordatevi questo: il Pencak Silat è una delle arti marziali più che richiedono molto adattamento "fisico" e "mentale". A prima vista, insomma, le tecniche sono alquanto complesse (ma anche in pratica, ad essere sinceri). Purtroppo queste tecniche, per l'appunto, così "complicate", avrebbero bisogno di un maggior numero di fotogrammi per essere davvero comprensbili al 100%. L'ultima sezione del libro è dedicata alla meditazione e alla respirazione.

SRI MURNI -Scuola Indonesiana di energia interna-

Autore: Maurizio Maltese

Editore: Edizione Mediterranee

Anno di pubblicazione: 2000

Valutazione: J

sm.jpg (3990 byte)In questo libro il M° Maltese affronta l'aspetto di meditazione dinamica che scaturiscono dalle arti marziali indonesiane. Un manuale che ci insegna delle sequenze di Jurus dove la concentrazione e la respirazione sono fondamentali per ottenere un incremento di energia vitale interna. Questo concetto lo sui può ritrovare anche nella pratica del cinese Tai Chi Chuan. Interessante poi, alla fine del libro, le applicazioni marziali. Non cercate però delle tecniche di difesa personale in questa sequenza, qui si sta illustrando l'Arte Marziale, il cui scopo è il rispetto della Tradizione, non propriamente dell'efficacia istantanea. Il libro, mi da l'impressione che apra delle porte interessanti su vari argomenti, ma non sembra concluderne neanche uno. Mi spiego, la sezione ad esempio sulla meditazione è molto semplice, o almeno, così com'è sembra rivolgersi a chi ha già esperienze di tecniche di respirazione/meditazione, nonostante si usino termini semplici ed accessibili a tutti. Se siete interessati a questo argomento, e magari siete già praticanti di altre forme di meditazione, lo consiglio  vivamente.   

PENCAK SILAT CITEMBAK - Arte marziale indonesiana a mani nude e con le armi -

Autore: Maurizio Maltese

Editore: Edizione Mediterranee

Anno di pubblicazione: 2000

Valutazione: JJ

psc.jpg (3617 byte)Altro volume del M° Maltese dedicato al Pencak Silat. Quest'opera differisce dalla precedente per un paio di dettagli. Prima di tutto le tecniche esposte (purtroppo non di eccellente qualità di stampa) sono ancora più interessanti dal profilo del studio della tradizione del Silat con una grande enfasi sull'uso del Kriss (attacco/difesa), e per le numerose foto di atleti indonesiani odierni che eseguono tecniche tradizionali di combattimento. Non si può avere questo libro senza avere l'altro e viceversa, in quanto si completano perfettamente. Un'unica riserva la si può esprimere sulla sezione dedicata alla difesa da attacchi multipli da parte di tre avversari. Ad essere sinceri nessun maestro di qualsiasi arte marziale è mai riuscito  ad illustrare sequenze efficaci in queste occasioni senza "cadere" nella rissa furibonda "senza tecnica". Per il resto è un libro molto interessante sul Pencak Silat.  

 

SPADA E DAGA BASTONE E COLTELLO-L'arte marziale europea nel Kali filippino-

Autore: Maurizio Maltese

Editore: Edizione Mediterranee

Anno di pubblicazione: 2000

Valutazione: JJJ

sed.jpg (3759 byte)Immaginate un sistema di combattimento dove riflessi, coordinazione e versatilità delle tecniche sono fuse in un'unica combinazione di strategie che affondano le loro radici nel Rinascimento italiano. La "Spada e Daga" è questo. Il confronto tra due avversari armati di spada lunga e corta (daga, appunto) dà luogo all'esecuzione di tecniche di combattimento che non hanno eguali in nessuna arte marziale esistente. In questo libro il M° Maltese  ci espone con estrema chiarezza alcune tecniche di "Bastone e Coltello". Le tecniche proposte, come sottolinea l'autore, sono estrapolate dalla variante filippine di "Espada y Daga", ovvero dopo che gli spagnoli l'introdussero nell'arcipelago delle Filippine durante la loro dominazione; a loro volta gli spagnoli acquisirono queste strategie dagli italiani. Le foto sono finalmente più chiare e leggermente più grandi di quelle delle altre opere del M° Maltese e la scelta dei fotogrammi è appropriata per la comprensione dell'evoluzione della tecnica. La parte più interessante, a mio avviso, è la sequenza didattica detta "allenamento sul rombo". Eseguita a crescente velocità e fluidità sviluppa la nostra coordinazione ed il footwork di base. Sicuramente il miglior libro sull'argomento pubblicato fino ad adesso.

 

ARTI MARZIALI ITALIANE-Lotta-prese di daga-daga contro daga-

Autore: Maurizio Maltese

Editore: Edizione Mediterranee

Anno di pubblicazione: 2002

Valutazione: JJ

Il M° Maltese si cimenta nella divulgazione delle Arti MArziali Italiane. Negli ultimi tempi, come non manca di sottolineare lo stesso Maltese nell'introduzione del libro, le AM Italiane sono state oggetti di diffusione da parte di personaggi più o meno noti, con risultati assai diversi fra loro. C'è chi cerca l'Arte come esasperata Tradizione MArziale a livello culturale, e chi cerca di prenderne alcuni spunti per renderla un sistema di combattimento efficace e proponibile ancora oggi, in un'Italia dominata da Arti Marziali provenienti dall'Oriente. Qual'è l'approccio di questo libro? Si presenta come tutte le precedenti opere del M°Maltese. Poco spazio alla teoria, e belle sequenze fotografiche, che catturano l'azione nei punti giusti, per esporre le tecniche. In questo caso le tecniche derivano dall'interpretazione di "manuali" di combattimento medievale e rinascimentale, rispettivamente,  Flos Duellatorum e l'Opera Nova. Tecniche, a mio avviso, ricostruite bene e con qualche spunto interessante d'applicazione specie nel mani nude. Per quanto riguarda le tecniche di daga c'è da sottolineare quello che già nell'introduzione il M° Maltese afferma (ma senza dargli la dovuta enfasi, temo): le daghe medievali erano dei terribili punteruoli con scarso e quasi inesistente filo. Quindi, la stragrande maggioranza di tecniche di disarmo illustrate si basano sull'afferrare con le mani la lama avversaria per eseguire delle vantaggiose leve (e di conseguenza anche chi attacca utilizza angoli d'attacco con un repertorio di colpi di praticamente sola stoccata. In realtà molte minacce attuali arrivano dai tagli...). Tecniche assolutamente inapplicabili in un contesto attuale: chi avrebbe il coraggio di impugnare un coltello da combattimento attuale a doppio filo (o anche singolo...) con le mani, anche se puro caso dovesse indossare dei guanti anti-taglio in Spectra (materiale sintetico notevolmente più resistente al taglio del celebratissimo Kevlar)? Infatti, Maltese, in appendice al libro propone, un po' per cultura un po' per antidoto alle sequenze di disarmo citate, delle tecniche di Kali filippino di mani nude contro minaccia di daga. E qui le mani stanno ben lontane dalla lama... ;-) Il corpo umano non è cambiato dal medioevo ad adesso, quindi molte tecniche -ripeto, specie del repertorio di lotta disarmata- proposte nel libro possono essere studiate in un contesto più ampio di quello storico, come invece si deve fare con le tecniche di daga, a causa delle caratteristiche già citate di presupposto di mancanza di filo alle lame del tempo.

 

MODERN ARNIS -The Filipino art of stick fighting-

Autore: Remy Presas (profilo autore)

Editore: Ohara Publications

Anno di pubblicazione: 1983 - 15° Ristampa 1998

Valutazione: JJ

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Un tuffo negli anni '70 per le acconciature dei personaggi delle foto... A parte questo il libro di Presas (grande personaggio del panorama delle arti marziali filippine negli anni '80) è un chiarissimo manualetto che illustra con centinaia di foto in bianco e nero le esecuzioni di alcune tecniche di base del Modern Arnis. Questo stile, a dire dell'autore, è una sintesi di decine di stili di Arnis da lui appresi durante la sua gioventù nelle Filippine. Il sistema da lui insegnato si basa sui 12 angoli tradizionali d'attacco. Questo libro illustra alcune tecniche di bastone singolo, difese a mani nude da esso e qualche tecnica di pugno. Vengono inoltre proposti alcuni esercizi da fare in coppia per lo sviluppo della sensibilità e della fluidità. Senza troppe ambizioni questo libro descrive semplici tecniche in maniera molto facile da apprendere e mettere in pratica. L'unico appunto che si può fare a questo libro è che tratta delle tecniche così di base del Modern Arnis che risulta quasi indistinguibile da altri stili di Kali/Arnis/Escrima che ci sono in circolazione. Insomma, questo libro, per quanto ben realizzato, non fa capire al cultore delle arti marziali filippine cos'è il Modern Arnis. Magari in circolazione ci sono altri testi di Presas che sono più precisi in merito, ma sinceramente non riesco a trovarli.

 

BALISONG -The lethal art of Filipino knife fighting-

Autore: Sid Campbell, Gary Cagaanan, Sonny Umpad

Editore: Paladin press

Anno di pubblicazione: 1986

Valutazione: JJ

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Chi vuole avere qualche rudimento sul Balisong e sulla basi generico del combattimento con il coltello questo libro è sufficientemente esauriente. L'unica cosa che rovina un libro che sarebbe più che interessante è la scarsa chiarezza che le foto hanno. L'opera illustra abbastanza bene gli usi, il maneggio e le aperture che si possono avere con il balisong, nonché un testo che è piuttosto realista sulle tecniche che si possono usare/non si possono usare durante uno scontro all'arma bianca. Una nota positiva: nell'appendice del libro ci sono delle sequenze fotografiche che illustrano situazioni "pratiche" che si possono "risolvere" con un balisong  a portata di mano. Sono una carrellata di puro Kali. Niente fronzoli, niente passaggi intermedi che fanno solo perdere tempo. Colpisci la mano/il braccio armato avversario e subito vai a bersaglio con la lama. Da questo punto di vista il libro meriterebbe il punteggio di valutazione massimo. Imperdibili le facce degli aggressori colpiti dal coltello: sono a dir poco esilaranti! A volte, in ceri libri, si vedono i marzialisti impegnati nell'esercizio ritratti nelle foto con facce assolutamente inespressive, in questo caso è tutto il contrario! Buon umore assicurato!

 

DAN INOSANTO -The Man, the Teacher, the Artist-

Autore: Perry William Kelly

Editore: Paladin press

Anno di pubblicazione: 2000

Valutazione: JJJ

di.jpg (2988 byte)Sebbene questo non sia chiaramente un manuale tecnico io sono convinto, citando l'opinione di grandi maestri, che non ci può essere una vera crescita completa come artisti marziali senza studio. Studio di qualsiasi cosa inerente all'arte che stiamo praticando che non siano le tecniche meramente fisiche. Conoscere la storia dei fondatori della propria arte, dei suoi attuali maggiori esponenti è quasi importante quanto l'allenamento fisico. Guro Dan Inosanto è una leggenda vivente delle Arti Marziali a livello mondiale. E' fin troppo facile legare la sua fama al fatto che è stato amico/allievo di Bruce Lee. Guro Dan Inosanto è semplicemente l'essere umano che conosce più Arti Marziali contemporaneamente al mondo e che dedica la sua vita alla diffusione di esse, con un accento al Kali e al Jeet Kune Do. Questa biografia scritta da un suo allievo traspare tutta la riverenza, la sincerità, la gioia di avere incontrato, anche se per poche volte nella vita, un personaggio come Dan Inosanto. Consiglio vivamente a chiunque di voi, anche se solo marginalmente interessato alle arti marziali in genere, di leggere questo libro, illuminante sotto molti punti di vista.

 

MODERN KNIFE COMBAT -The training of a knife fighter-

Autore: Greg Walker

Editore: Paladin press

Anno di pubblicazione: 1995

Valutazione: J

mkc_cover.JPG (8339 byte)Anomalo prodotto americano. Enormi dimensioni, carta di lusso, sovraccoperta... Sembra che si abbia a che fare con la "Bibbia" del combattente di coltello, La foto in copertina fa una certa impressione in effetti... Ed ecco che guardandolo dentro ci prendiamo una bella rassegna di foto fatte con una compatta automatica dell'autore in vari seminari e fiere di mastri d'arma in giro per gli Stati Uniti, mentre il testo sono riflessioni dell'autore sugli argomenti principali del combattimento del coltello: angoli d'attacco, distanze d'ingaggio, guardie... Deluso? Non proprio. Se dal punto di vista tecnico è appena sufficiente (Walker non spiega niente in pratica, quindi non si sbilancia nemmeno a dire delle stupidate), le foto sono davvero interessanti. Infatti fanno vedere come sono gli stage di gente "ultra-importante" del settore quale James Keating. Delle scampagnate a cui partecipano gente che il coltello sembra usarlo più per affettare salume che per misurarsi in battaglie per la sopravvivenza individuale. Apre gli occhi anche sull'addestramento militare che alcuni componenti delle Forze Speciali ricevono. Deludente..? Beh, per certi versi aver visto queste foto così impietose (nel senso che non sono state scattate da professionisti) di certi stage fa cadere molto in basso l'opinione che avevo di certi corsi costosissimi che si tengono negli USA. Da questo punto di vista il libro è davvero prezioso come poche cose a questo mondo. In generale gli argomenti sono trattati con professionalità, ma troppa superficialità. Questa pubblicazione, ad essere sinceri, sembra più un inno agli stages ed alle mani di personaggi famosi del settore che l'autore ha stretto, più che un trattato sul combattimento con il coltello.

 

MILITARY KNIFE FIGHTING

Autore: Robert Spear

Editore: Desert Publications

Anno di pubblicazione: 1993

Valutazione: LL

mkf_cover.JPG (9301 byte)Pessime tecniche, concetti base corretti ma mal espressi. Sequenze fotografiche non semplici da seguire per esempi abbastanza banali. Inoltre non affronta nemmeno strategie di base del combattimento del coltello quali movimenti del corpo per toglierlo dalla traiettoria dell'attacco avversario. Bisogna ammettere che in certe sequenze è piuttosto chiaro nei contenuti -il solito colpisci la mano armata e vai alla testa- ma il libro è essenzialmente molto raffazzonato. La parte relativa al coltello da lancio è semplicemente ridicola.

 

 

 

 

 

SICILIAN BLADE

Autore: Vito Quatrochi

Editore: Desert Publications

Anno di pubblicazione: 1994

Valutazione: LLL

Qui ci troviamo di fronte ad una vera e propria frode. L'autore si proclama erede delle tecniche di stiletto degli "uomini d'Onore" della Sicilia. Alla fin fine ci troviamo in mano un opuscoletto con disegni a china ricalcate da fotografie (e male) dove la tecniche più furba per disarmare un avversario armato di coltello è un calcio ruotato all'indietro e per difendersi dalle coltellate altrui si consiglia di girare con degli elenchi del telefono legati in vita (!!!). A partire da improbabili storie di bambini siciliani tirati su a sfide a colpi di limette per unghie a mezzanotte nella piazza del paese, ai discorsi deliranti sul fatto che leggendo questo libro si entra in possesso di abilità straordinarie nel maneggio dello stiletto (u' mollettone per l'esattezza) e quindi l'autore si solleva da ogni responsabilità derivante dalla morte di qualche sfortunato; il libro in questione è assurdo. Un esempio perfetto di come non si fa un libro sull'argomento, di come non si illustrano le tecniche, di come non si espone il testo. Questo libro l'ho prestato a qualcuno e non mi importa affatto che non mi torni indietro...

 

COMBAT USE OF THE DOUBLE-EDGED FIGHTING KNIFE

Autore: Rex Applegate

Editore: Paladin press

Anno di pubblicazione: 1993

Valutazione: J

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Il leggendario creatore di uno dei più bei coltelli da combattimento moderni -nonché noto istruttore di tecniche di combattimento corpo a corpo e con armi da fuoco della II° Guerra Mondiale- dice la sua sul combattimento con il coltello. Definire libro questi fogli in bianco e nero è un'esagerazione, ma la semplicità estrema con cui espone i concetti è ammirabile. Non si dilunga certo in trattati tra quale parte del corpo è più efficace colpire di stoccata o quale variante della tal chiusura è il caso di applicare reagendo ad un attacco particolare... Niente di tutto ciò. Vuoi sopravvivere ad un combattimento con il coltello? Massimo sette secondi di scontro, gioca sporco e vai alla gola, dopo che hai fracassato le dita dell'avversario che reggevano il coltello. Basta. Ho riassunto tutto il libro. Il resto delle pagine è dedicato al fodero da usare per il famoso coltello Applegate-Fairbarn, come è nato il progetto di tal coltello, come costruirsi un piccolo manichino per allenarsi. In 38 pagine non poteva dire di più. Perché ho assegnato il voto di "sufficienza" a questo libretto? Perché, senza troppi fronzoli, è sincero. Non dice nulla di approfondito, è vero, ma almeno ha poche pagine, insomma ha più contenuto intelligente e pratico di altri libri con miliardi di foto che alla fine non dicono nulla di logico...

 

INDONESIAN FIGHTING FUNDAMENTALS-The brutal arts of the Archipelago-

Autore: Bob Orlando (sito web dell'autore)

Editore: Paladin press

Anno di pubblicazione: 1996

Valutazione: JJ

iff_cover.JPG (11542 byte)Il Pentjak Silat è un'arte marziale che è rimasta avvolta nel mistero per parecchio tempo. Ha iniziato a diffondersi negli Stati Uniti nei primi anni novanta, e in Italia è praticamente impossibile trovare un istruttore (ripeto il termine istruttore, non Maestro, c'è differenza) che conosca decentemente questo complesso ed interessante (per certi versi) sistema di combattimento. I motivi di questa limitata diffusione sono i soliti di qualsiasi altra marziale proveniente dall'arcipelago del pacifico: comunità molto chiuse e trasmissione delle nozioni sul combattimento solo su linea familiare. La catena si è "spezzata" quando gli olandesi hanno iniziato a colonizzare l'Indonesia. Pian piano si sono "inseriti" nel tessuto sociale e sono riusciti ad apprendere i "segreti" del Pentjak Silat. Molti grandi maestri di questa arte marziale sono olandesi, per l'appunto (ecco perché in copertina c'è sia la bandiera indonesiana e sia quella olandese). Il Pentjak Silat ha la fama di essere un sistema di combattimento complesso, estremamente brutale, e pesantemente basato su tecniche di magia nera/bianca. Bob Orlando, in questo libro apparentemente semplice, ci illustra il solo lato "fisico" ed "esteriore" del Pentjak Silat. Scritto con uno stile decisamente scorrevole, ma preciso, fa una carrellata di tutti i principi fondamentali del sistema, e illustra solo alcune tecniche di base e un Juru di primo livello (un kata di tecniche, per intenderci). Accenna solamente ai legami con le credenze popolari e la magia indonesiana ed il Pentjak Silat, in compenso evidenzia molto le verosimiglianze del Silat con il cinese Kuntao. Dopo aver letto questo libro non saprete certo nessuna tecnica particolare di Silat (ma anche a leggerne altri, come si fa ad imparare un'arte marziale da un libro?), ma avrete una panoramica ben fatta e precisa del background tecnico e culturale che differenzia questa particolarissima arte marziale da tutte le altre. E' d'obbligo accompagnare l'acquisto del libro con la videocassetta, sempre dello stesso autore, dove le nozioni del libro vengono animate. Recensione più avanti in questa sezione.

 

INDONESIAN PENCAK SILAT

Autore: WILLIAM SANDERS

Editore: SCONOSCIUTO

Anno di pubblicazione: 1996

Valutazione: L

ips_cover.JPG (11138 byte) Come giudicare l'opera di una persona estremamente soddisfatta del traguardo che ha raggiunto, ma che sembra a tutti i costi nascondere quello che sa, oppure farci solo confusione in testa? Il libro (anzi, i due... Uno parla del lato "pratico" del Silat, l'altro della magia che bisogna saper sfruttare a proprio vantaggio quando si combatte con le tecniche del Silat) è poveramente realizzato, sembra quasi una rilegatura di un fascicolo di fotocopie, e ammetto di aver avuto molta fortuna nel trovarlo, ma questo è il meno. La prima parte del primo libro siamo subissati da pagine e pagine di discorsi di commento alle foto presenti nella seconda parte dell'opera, e questo rende molto difficoltosa l'apprendimento dei concetti. Sanders tenta di spiegare il movimento dei Juru e le relative applicazione pratiche con esempi alquanto complessi. Certo, si sa, il Silat non è assolutamente un'arte marziale semplice nei movimenti, ma gli esempi trattati sono davvero complessi e privi di senso a volte. Giustamente, Sanders, vuole illustrare il Silat vero, quello non epurato dalle tecniche e/o movimenti "superflui". Il secondo libro è un trattato su come poter sviluppare dentro di sé i poteri paranormali della magia indonesiana. Tecniche di meditazione e di energizzazione corporea sono descritti nei dettagli, rendendo questo secondo libro, nel suo insieme decisamente meglio realizzato di quello precedente che descriveva le tecniche pratica del Silat. Dal punto di visto culturale è molto interessante, ma dal punto di vista pratico, personalmente, pur riconoscendo il legame magico che gli indonesiani hanno attribuito alla pratica del Silat, trovo certe cose alquanto inutili. Sinceramente di svegliarmi all'alba per pronunciare parole segrete da evocare in caso di combattimento per la distruzione dell'avversario lo trovo un po' poco proponibile ad un occidentale. Però è interessante, leggendo, scoprire quali tecniche di Training Autogeno (non saprei come definire certe pratiche) gli indonesiani hanno sviluppato tempo fa per motivare e crescere nel guerriero la fiducia nelle proprie capacità e tecniche apprese.

 

DO OR DIE

Autore: Drexel Biddle

Editore: Paladin press

Anno di pubblicazione: 1937 (prima ristampa)

Valutazione: LL

dordie_cover.GIF (4741 byte)E' molto facile imbattersi in ristampe di manuali militari (o presunti tali) sulle tecniche di lotta corpo a corpo insegnate alle truppe di paesi anglosassoni. E' ancora più facile incontrare opere pubblicate prima e appena dopo la Seconda Guerra mondiale come ristampe recentissime. Se da un punto visto storico-culturale sono interessantissime, da un punto di vista dell'utilità nel caso specifico dell'autodifesa sono pressoché inutili se non ridicole a volte. Il problema più grosso è che vengono pubblicizzate come opere contenenti i segreti dei combattenti della Seconda Guerra mondiale... Fate attenzione, per tanti motivi. Il primo è che spesso questi libri sono dei collage di varie foto o riproducono solo parzialmente le opere originali a cui dicono di rifarsi, secondo perché la mentalità (e le conoscenze a cui potevano avere accesso) degli istruttori marziali del tempo sono cambiate nelle ultime decine d'anni in maniera concreta e radicale. L'esempio è questo manualetto che è essenzialmente un compendio di alcune tecniche di baionetta e di coltello/daga ispirate alla scherma tradizionale. Il risultato è un'accozzaglia di tecniche nel miglior caso totalmente inutili, per quanto alcune sono sostanzialmente corrette nei concetti. Gli istruttori occidentali di "arti marziali"  nei primi anni di questo secolo erano più che altro degli sperimentatori che si rifacevano alla scherma tradizionale o  alle poche tecniche di Ju Jitsu/Judo a cui potevano avere accesso. Il fatto stesso che una "selezione naturale" abbia fatto scomparire certe tecniche, credenze, mentalità, la dice lunga sulla validità di certi insegnamenti. In ogni caso, ripeto, dal punto storico è uno squisito trattato sull'atteggiamento mentale/tattico del periodo pre-bellico. 

 

COLD STEEL

Autore: John Styers

Editore: Paladin press

Anno di pubblicazione: 1952 (prima ristampa)

Valutazione: J

CS.jpg (2049 byte)Quello detto in introduzione alla recensione del libro precedente, "Do or Die", si applica perfettamente anche a questa opera. Attenzione però: qui ci troviamo di fronte ad un tentativo di un vero e proprio minuzioso manuale di combattimento per il soldato. Tecniche di baionetta, con bastone singolo, a mani nude e con il coltello sono illustrate con enorme cura per i particolari da John Styers, che tenta di semplificare il più possibile quello che fino ad allora era stato complicato fino all'inverosimile. Le tecniche di coltello sono abbastanza concrete e semplici, quelle a mani nude ancora di più, solo qualche perplessità sull'uso a due mani del bastone singolo per vibrare delle stoccate micidiali al plesso solare. Per essere stato realizzato agli inizi degli anni '50, questo manuale, è un'opera veramente ben fatta. Ci sono molti richiami a tecniche (di coltello soprattutto) che sono citate pure in "Do or Die", come l'"inquartata" o la "passata sotto" (riportate nei libri proprio con i termini specifici della scherma italiana), ma fotografate e commentate in maniera decisamente diversa, tanto per far capire come vent'anni di esperienza e pensiero marziale possono influenzare una tecnica ed il suo modo di divulgarla. Certo non è il manuale tecnico di autodifesa per eccellenza, ma è <<meno peggio>> di tonnellate di altri volumetti sull'argomento. 

 

KILL OR GET KILLED

Autore: Col. Rex Applegate

Editore: Paladin press

Anno di pubblicazione: 1973

Valutazione: JJ

kogk.jpg (2004 byte)L'opera a carattere enciclopedico più famosa del Col. Applegate. Riferimento per soldati di professione e corpi di polizia. Essendo un trattato su tutto ciò che riguarda il combattimento ci sono anche delle sezioni relative al combattimento copro a corpo e più specificatamente con il coltello. Come istruttore degli agenti dell'OSS (agenzia che sarebbe diventata in seguito la CIA) durante la Seconda Guerra mondiale, il buon Applegate ha dovuto prima di tutto imparare, poi insegnare, tutto ciò che riguardava neutralizzare nel più breve tempo possibile una minaccia armata e non. Ecco che nel libro vengono trattate poche tecniche, nient'affatto spettacolari, ma semplici da insegnare e da imparare. I concetti alla base delle tecniche sono terribilmente ovvi e Applegate non fa mistero che è meglio affrontare armati di pistola un nemico addestrato all'uso del coltello. Naturalmente certe tecniche "soffrono" dell'ingenuità degli anni in cui sono state sviluppate, ma lo stesso Applegate era avanti di almeno mezzo secolo rispetto a certi maestri di certe discipline marziali che hanno cercato di affrontare le stesse problematiche. Per il resto il libro è un manuale dell'uso della pistola, di come trattenere i prigionieri, di come controllare i tafferugli e le tattiche di combattimento urbano.

  

GET TOUGH!

Autore: Cap. W.E. Fairbarn

Editore: Paladin press

Anno di pubblicazione: 1979 (prima edizione 1942)

Valutazione:L

gt.jpg (2196 byte)Non si può parlare di Applegate senza citare il Cap. Fairbarn che è colui che ha insegnato ad Applegate, nei primi anni '40, le tecniche di combattimento corpo a corpo "che servono davvero". Fairbarn ha passato il primo ventennio del '900 per le strade di Shangai come poliziotto e ha avuto modo di vederne (e subirne) di tutti i colori. Ha appreso molte tecniche di combattimento orientali e le ha codificate nel Defendu. Essenzialmente sono tecniche di boxe cinese e di leve articolari. E' inoltre il co-designer di due famosissimi coltelli: il Fairbarn-Sykes (la famosa daghetta dei Commando inglesi) e del Applegate-Fairbarn, forse il più bel coltello da combattimento a doppio filo mai realizzato. Ma veniamo al suo libretto, che nonostante le credenziali del personaggio, è un po' deludente. Le tecniche illustrate vengono spacciate per infallibili per le situazioni per cui vengono proposte. Partiamo dal presupposto che dovrebbe essere un manuale militare della Seconda Guerra mondiale, infatti le figure sono dei disegni rappresentanti dei soldati inglesi che reagiscono da attacchi portati da soldati tedeschi. Disegni chiari, ma tecniche alquanto raffazzonate, per quanto alcune sono logiche. Può avere un limitato valore storico, ma lo consiglio solo al collezionista dei libri sul genere.

 

KNIFE FIGHTING -a pratical course-

Autore: Michael D. Janich

Editore: Paladin press

Anno di pubblicazione: 1993

Valutazione:JJ

kfpc_cover.JPG (10458 byte)Janich è un marzialista con delle solidissime basi di praticante di arti marziali filippine e da questo suo manuale lo si capisce perfettamente. Se siete a digiuno totalmente di concetti sul combattimento sul coltello e volete leggervi un libro scritto da qualcuno che è piuttosto convinto (forse a ragion veduta) di essere uno dei massimi esponente in materia, preparatevi a un'opera piena di dettagli fino all'inverosimile, corretti, ma con tecniche a volte un po' "macchinose" e che partono da troppi presupposti sottintesi. Comunque, questo libro, è molto molto meglio della quasi totalità dei libri in circolazione sulla materia.

 

 

KNIFE FIGHTING ENCYCLOPEDIA -Volume 1-

Autore: W. Hock Hochheim

Editore: Lauric Press

Anno di pubblicazione: 1997

Valutazione: J

kfe.jpg (2698 byte)Robusto volume di ben 342 pagine. In pratica l'autore si sforza a voler illustrare un sistema di combattimento con il coltello basato su 12 angoli d'attacco il più possibile vicino alla realtà tentando di sfatare un sacco di falsi miti sull'argomento. Sono trattati esercizi, scenari, sequenze fotografiche su guardie, tecniche e contro-tecniche... A prima vista sembra la Bibbia del combattimento con le lame, ma ad una seconda occhiata ecco che si rivela un semplice opuscolone che in ogni pagina fa richiamo esplicito al relativo video a da cui è stato ottenuto il libro. In teoria il libro si rivolge a chi un coltello da combattimento non lo ha mai nemmeno preso in mano, ma purtroppo il testo pieno di tanti paragrafetti su praticamente ogni aspetto di questa disciplina non approfondisce un bel nulla e, per i "non addetti ai lavori", risulta abbastanza inutile. Per chi invece ha già delle basi in materia è facile capire che le tecniche illustrate sono in buona parte logiche, veloci e abbastanza realistiche. L'autore, che si è formato alla scuola di Remy Presas con il Modern Arnis, appena può sottolinea il concetto che ha 23 anni di servizio in polizia, è stato un militare e ha assistito a decine e decine di combattimenti con il coltello, conflitti a fuoco ecc...ecc... Ebbene, da un personaggio con un tale curriculum, ecco che dalle righe della sua opera scaturiscono tecniche di "difesa vocale" tipo di urlare all'avversario frasi del tipo "se mi uccidi mi avrai sulla coscienza per tutta la vita!", e altre amenità del genere... Forse il buon Hochheim non ha mai avuto a che fare con un italiano armato di coltello ;-). Per il resto è ammirevole lo sforzo che fa per tentare di suddividere l'argomento in tante piccole porzioni "digeribili" per chiunque, ma decisamente troppo poco approfondite. Ripeto, comunque resta sempre un'opera unica nel suo genere per dimensioni e contenuto iconografico.

 

MILITARY KNIFE COMBAT -Knife Fighting Encyclopedia vol.2-

Autore: W. Hock Hochheim

Editore: Lauric Press

Anno di pubblicazione: 1998

Valutazione: J

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Hock torna all'attacco con libro dedicato solo all'aspetto militare del combattimento con le lame.  Se nel primo volume della Knife Fighting Encyclopedia aveva tentato di essere ultra-minuzioso negli argomenti da affrontare quando si parla di questa disciplina, ora con questo libro va nella direzione opposta: non dice un bel nulla di concreto. Il grande vero sforzo dell'autore è stato quello di leggere centinaia di libri su racconti di guerra scritti da soldati che sono stati costretti ad usare i coltelli per sopravvivere sul campo di battaglia. Il libro è semplicemente riempito di queste citazioni, a dire il vero decisamente interessanti, ma relativamente alle tecniche è alquanto scarso. O almeno, illustra tecniche alquanto convenzionali e poche di esse per semplicità d'esecuzione di addicono al combattimento militare. Una nota di merito: è l'unico libro sul combattimento sull'argomento che fa esplicitamente riferimento al fatto che un confronto coltello contro coltello può finire con una lotta a terra, con tutti gli annessi e connessi. E' inoltre doverosamente citata la filosofia del Col. Biddle, grande combattente di coltello della prima metà del secolo, promotore del concetto dell' "hand-cut", ovvero di ferire sempre e comunque per prima cosa la mano armata del nostro avversario.

 

SPECIAL FORCES/RANGER-UDT/SEAL HAND-TO-HAND COMBAT/SPECIAL WEAPONS/SPECIAL TACTICS SERIES -Basic stick fighting for combat-

Autore: Michael D. Echanics

Editore: Ohara Publications

Anno di pubblicazione: prima edizione 1978

Valutazione: JJ

bsf.jpg (2637 byte)Michael Echanics fu un personaggio piuttosto leggendario nel panorama delle arti marziali nella fine degli anni '70. In quegli anni, infatti, era riconosciuto come il più grande specialista militare in addestramento in tecniche di combattimento corpo a corpo armato e non. E' caduto in azione in Nicaragua alla fine del 1978. Le sue tecniche di combattimento sono basate su un'antichissima arte marziale coreana chiamata Hwa Rang Do. Il libro ci fornisce qualche informazione storica su questo sistema di combattimento misconosciuto, o quasi. Il libro è strutturato come quello del Guro Presas "Modern Arnis". Foto chiare in sequenza (e tante) per illustrare l'evolversi della tecnica. Il libro illustra le tecniche di combattimento con il bastone singolo ispirate al già citato Hwa Rang Do. Le tecniche illustrate sono, una volta analizzate bene nel loro contesto buone ed efficaci, ma decisamente troppo lunghe e complicate. La sezione finale con l'impiego del bastone da passeggio illustra tecniche alquanto cervellotiche (almeno buona parte di queste) per essere delle istantanee forme di difesa. Comunque il libro, a parte la "diffidenza fisiologica" che può generare il titolo del libro, è comunque un ottimo esempio di come un manuale tecnico deve essere. Poche parole, una marea di foto chiare in sequenza ravvicinata, e ogni sezione con un titolo riassuntivo della tecnica che va ad illustrare. Le tecniche in sé hanno poco a vedere con il Kali/Arnis tradizionale, però i concetti "buoni" si può vedere chiaramente, si rispecchiano in entrambe le arti marziali.

SPECIAL FORCES/RANGER-UDT/SEAL HAND-TO-HAND COMBAT/SPECIAL WEAPONS/SPECIAL TACTICS SERIES -knife self-defense for combat-

Autore: Michael D. Echanics

Editore: Ohara Publications

Anno di pubblicazione: prima edizione 1977

Valutazione: J

Secondo libro di Echanis che riesco a procurarmi. Il commento sull'iconografia rimane sempre lo stesso: bello. Le foto in sequenza sono state prese nei momenti esatti per poter dare l'impressione all'occhio, se si scorrono da sinistra a destra le foto, di una rudimentale animazione. Le tecniche esposte in questo libro, dedicata alla difesa a mani nude da aggressore armato di coltello, purtroppo ricadono nel tradizionale più puro. Abbiamo delle sequenze tecniche molto raffinate di Aikido che partono da troppi presupposti affinché possano essere applicate. Partiamo dagli attacchi dell'aggressore che sono, nella maggior parte dei casi, completamente "artificiali" e fuori dalla realtà (chi mai attacca con un coltello caricando a distanza un colpo in "presa rovescia", con il braccio proteso dietro alla testa!?). Su trentotto tecniche, poco più della metà soffrono di questa "simulazione  da palestra" da parte di chi esegue l'attacco armato. E' vero però che ci sono alcune sequenze, specie quelle con minacci di coltello da dietro, che effettivamente hanno una loro logica perfettamente funzionante (se il coltello è relativamente fermo, riesci ad impostare una leva al polso). Come testo di esercizi per allenamento da palestra è perfetto, come manuale che dovrebbe riportare delle tecniche di difesa da coltello, efficaci, semplici e risolutive, non è proprio il massimo.

 

KNIVES, KNIFE FIGHTING, & RELATED HASSLES -How to survive a REAL Knife Fight-

Autore: Marc "Animal" MacYoung

Editore: Paladin Press

Anno di pubblicazione: 1990

Valutazione: JJ

kkfrh.jpg (3144 byte)Marc "Animal" MacYoung o si ama o si odia. Questo tizio ha un passato nebuloso di marzialista, di Street Fighter, di guardia del corpo, di "Buttafuori" (meglio il termine "operatore di sala"), coreografo di film d'arti marziali. Il suo curriculum personale lo porta a scrivere libri su un pò tutti gli aspetti della difesa personale, e a voler per forza dire che lui ha ragione e gli "altri" torto. Gli "altri" in questo caso sono gli istruttori di arti marziali tradizionali. MacYoung  è l'alfiere del concetto sacrosanto "che quello che insegnano in palestra funziona solo in palestra". Nei suoi libri non troverete quindi tecniche di combattimento particolari, ma concetti, strategie ed atteggiamenti. I suoi libri sono dei puri "open-minder", perfetti per chi si crogiola all'idea che praticare una qualsivoglia arte marziale tradizionale lo rende "invulnerabile", o per chi troppi preconcetti sul reale combattimento da strada. Il tutto con il suo stile condito di volgarità e aneddotti divertenti. In questo libro, quindi, non trovere tecniche di combattimento con il coltello, ma solo concetti. Qualche panoramica sul maneggio del coltello, delle guardie e degli aspetti psicologici del confronto armato con lame. Forse non è il suo miglior libro, ma è uno dei più "onesti" sull'argomento.

 

PANANDATA YANTOK AT DAGA -Filipino Stick and Dagger-

Autore: Amante P. Marinas, Sr.

Editore: Paladin Press

Anno di pubblicazione: 1992

Valutazione: LL

pyad.jpg (3237 byte)Premetto che sono un grande appasionato dell'uso delle tecniche di "Espada y Daga", o di "bastone e coltello". Infatti mi sono sempre chiesto come un libro potesse affrontare un argomento tecnico così complesso, o relativamente tale. Questo libro lo affronta malissimo. A partire dalla iconografia che è di pessima qualità, figure piccolissime e quasi incomprensibili. Le tecniche illustrate partono da troppi presupposti base che non sono reali. Infatti in ogni tecnica si para un solo attacco armato alla volta dell'avversario, a volte con soluzioni tatticamente discutibili, quali parare il bastone dell'avversario con la vostra arma corta (la daga, appunto), ma non sull'arma stessa, ma sulla mano, rischiando di prenderci in faccia il bastone stesso, questa situazione tatticamente sfavorelvole la si nota addirittura esaminando la foto in copertina del libro. E' vero che tiene a "distanza l'avversario" con una stoccata di bastone... Ma se quest'avversario deviasse questa stoccata con il suo coltello..? Alla fine l'arte della "Espada y Daga", come tante altre situazioni di scontro armato, non si può semplicemente insegnare riducendola all'esecuzione di qualche esercizio preordinato di coordinazione. Bisogna praticarla sul serio, in uno sparring. E lì si capisce che la stragrande maggioranza delle tecniche insegnate didatticamente non si possono semplicemente applicare. Tra la teoria e la pratica c'è sempre un abisso, e un libro come questo lo spalanca totalmente a chi è a digiuno di attività di combattimento con le armi.

 

NOVA SCRIMIA -Arte Marziale Italiana-

Autore: Graziano Galvani (intervista con l'autore)

Editore: Grafiche Fabula

Anno di pubblicazione: non indicato

Valutazione: JJ

ns.jpg (3122 byte)Un libro molto interessante con finalità puramente culturali. Non prendete questo libro solamente se vi aspettate di trovarci dentro delle tecniche di bastone italiano o di coltello spiegate passo per passo. Non è un manuale tecnico, ma un intrigante trattato storico-culturale (certo, con qualche esempio esemplificativo di tecniche) sulla grande tradizione marziale italiana. Questo libro è dedicato a tutte quelle persone che pensano che solo in Oriente si siano sviluppate tecniche di combattimento a mani nude e/o con armi efficaci e testate in battaglia. In queste pagine troverete informazioni relative alle tecniche con bastoni di varie lunghezze, con tecniche vecchie di qualche secolo oppure elaborate all'inizio del nostro secolo; tecniche di coltello (con le relative furbizie italiane quali l'uso contemporaneo del coltello con mantelli e tabarri per sorprendere l'avversario); tecniche a mani nude. E' impossibile non trovare somiglianze fortissime tra le tecniche raffigurate in quest'opera e quelle presenti nel repertorio di combattimento Filippino. Come mai? Leggete queste pagine e capirete che la storia marziale delle Filippine è intimamente legata a quella dei colonizzatori spagnoli che a loro volta addestravano i loro soldati con maestri d'arme italiani.

SCHERMA DI BASTONE

Autore: Graziano Galvani (intervista con l'autore)

Editore: I Libri del circolo

Anno di pubblicazione: 2001

Valutazione: JJJ

Graziano Galvani, uno dei fondatori della Nova Scrimia, si presenta con un'opera davvero bella e piacevolmente singolare. Bella perché la passione per la materia trattata traspare in ogni pagina, singolare perché il libro si presenta in un formato inusuale, per essere un libro dedicato alle arti marziali. Generose misure a sviluppo orizzontale con rilegatura ad anelli, che rende il "maneggio" del libro davvero comodo e piacevole: bella idea. Il libro è un rigoroso trattato sulla scherma di bastone di tradizione italiana. Abbiamo sezioni dedicate alle origini di questo sistema di combattimento, le tecniche per portare i colpi, tutte le considerazioni accademiche relativamente al duello con i bastoni e il bastone da passeggio per difesa personale. L'iconografia riporta immagini storiche di maestri e trattati della tradizione italiana, mentre per le tecniche vengono esibite numerose foto che nel tempo gli atleti di Nova Scrimia, hanno scattato durante le loro attività di "tirar d'assalto". Alcuni utili disegni ci aiutano a comprendere meglio la biomeccanica che sta dietro al maneggio de bastone. Un testo ben articolato, che non si sottrae ad alcuni approfondimenti, quali le protezioni moderne per la pratica del bastone oppure sui consigli per la pratica indivduale.

 

ARTE DI DAGA -Non ti fidar di Me se il Cuor ti Manca-

Autore: Graziano Galvani (intervista con l'autore)

Editore: I Libri del circolo

Anno di pubblicazione: 2002

Valutazione: JJ

L'associazione Novascrimia torna in libreria con un nuovo libro dedicato esclusivamente alla tradizione italiana della scherma di daga. Origini, storia, i suoi maggiori Maestri, l'evoluzione di tale Arte e il suo futuro nell'interpretazione di Novascrimia. Sicuramente un libro che colma la terribile (e colpevole) lacuna culturale che abbiamo in Italia su tale arma e  di tutte le sue interpretazioni. Parliamo subito chiaro: non è un manuale tecnico con le foto in sequenza 1..2..3... che potrebbero "insegnare" a combattere con la daga (certe cose non s'impareranno MAI da un libro), ma è piuttosto una raccolta meditata e ragionata di informazioni storiche dalle origini di questa arma alla sua evoluzione (italiana) nell'uso, attraverso l'analisi delle numerose citazoni di preziosi trattati del tempo, uno per tutti il Flos Duellatorum (che è un vero e proprio manuale del guerriero medievale). , per finire a citare (purtroppo solo citare) i manuale del Regio Esercito sull'uso delle lame in battaglia. A chi si rivolge questo libro? A tutti. A tutti quelli che vogliono capire come in Italia, nei secoli, l'Arte della Daga, si è evoluta. Anche chi può essere solo marginalmente interessato al discorso tecnico dell'uso delle lame, ma ne è un grande appassionato, deve leggere questo libro. Siamo invece "cultori" del ferro corto? Bene, è d'obbligo che sappiamo che cosa stiamo maneggiando attraverso informazioni storiche che difficilmente un qualsiasi istruttore di quest'Arte (che sono molto molto rari) ci possono solo citare.

COMPLETE SINAWALI -Filipino Double-Weapon Fighitng-

Autore: Reynaldo S. Galang

Editore: Tuttle Publishing

Anno di pubblicazione: 2000

Valutazione: JJ

tcs.jpg (4172 byte)Di tutte le caratteristiche che contraddistinguono il sistema di combattimento filippino con altre arti marziali è il concetto del Sinawali. Le tecniche di Sinawali sono basate sull’utilizzo contemporaneo di entrambe le braccia (armate o non) per colpire un singolo bersaglio sul corpo dell’avversario. Se avete guardato la parte relativa al combattimento a mani nude, l’esempio tipico di Sinawali applicato nel video dove s’illustra la parata di un pugno diretto destro. In questa tecnica di difesa prima di tutto si sposta con la mano destra il pugno avversario fuori dalla traiettoria che porta al nostro viso, poi subito dopo con la destra colpiamo l’arto già spostato per raggiungere almeno uno dei due scopi che sono: spostare ulteriormente/consolidare lo spostamento effettuato dalla nostra mano destra sull’arto dell’avversario, quindi ferire il braccio spostato. Le tecniche di Sinawali, comunque, sono universalmente riconosciute come espressione di figure quasi-acrobatiche con il maneggio del bastone doppio o di spade. Con il sinawali si hanno vere e proprie sequenze di "scudo dinamico" che serve a vari scopi, tra cui disorientare l’avversario. Sostanzialmente tutte le figure di sinawali (tantissime ne sono state codificate) si basano sul concetto di colpire due volte con alternativamente entrambe le armi un punto ben specifico. Dalle tecniche di Sinawali sono state estratte anche alcune tecniche di Espada y Daga, in quanto il sinawali, oltre colpire, in alcune sue figure, prevede la possibilità di parare un colpo avversario per aprire la guardia avversaria alla seconda arma. Il sinawali da adottare in combattimento è assai complesso, in quanto per essere bravi in queste tecniche bisogna aver sviluppato una coordinazione davvero notevole. A parte questa doverosa introduzione al sinawali il libro (meglio dire libretto per le dimensione da tascabile) è fatto bene. Okay, le fotografie sono in bianco e nero molto rimpicciolite, ma con l'aiuto delle didascalie gli esercizi per sviluppare le tecniche proposte sono più che fattibili. Come esercizi propedeutici al maneggio delle armi sono a dir poco indispensabili.

 

 

MARTIAL ARTS AMERICA -A Western Approach To Eastern Martial Arts-

Autore: Bob Orlando

Editore: Frog Ltd.

Anno di pubblicazione: 1997

Valutazione: JJJ

maa.jpg (2990 byte)Ancora una volta Bob Orlando ci conduce con il suo stile dettagliato, preciso e divertente, nel mondo delle Arti Marziali orientali trapiantate in occidente. Il messaggio di questo libro è chiaro ed interessante: siamo sicuro che un'arte marziale sviluppata secoli fa in un contesto geografico/culturale/antropormorfico  totalmente diverso (o quasi) del nostro attuale sia sempre una scelta valida? O dobbiamo apportare delle modifiche per rendere l'Arte attuale e quindi efficace? Il libro affronta serenamente questi argomenti, partendo dall'analisi storica, passando per i risvolti religioso/culturali, per finire alla biomeccanica per dire che se cerchiamo l'arte marziale efficace per la difesa personale dobbiamo assolutamente non praticare in maniera tradizionale un'arte marziale... Tradizionale. Inoltre vengono letteralmente smontati tutti i falsi miti relativi alle arti marziali e c'è un disincantato commento sul businness dei maestri (veri e presunti) di arti marziali. Un libro che raccomando a tutti, anche a chi non pratica un'arte marziale.  

 

FILIPINO FIGHTING ARTS-Theory And Practice-

Autore: Mark V. Wiley

Editore: Unique Publications

Anno di pubblicazione: 2000

Valutazione: JJ

ffa.jpg (3205 byte)Ritorna l'autore di "Filipino Martial Culture" -recensito in questa sezione, con un altro lavoro di grandissimo impegno e ricerca, ma con risultati leggermente diversi. Se la prima opera di Wiley è stata, ed è a tutt'oggi, una pietra miliare della bibliografia sulle arti marziali flippine, questo libro è "semplicemente" un commento di alcuni stili di Kali/Arnis/Escrima (più o meno conosciuti) praticati attualmente. Non è un libro fatto male, anzi. Per ogni stile illustrato esistono foto, una descrizione storica delle origini dello stile, la biografia del Maestro che l'ha codificato e un'analisi delle strategie di fondo che lo contraddistinguono dagli altri stili. Cosa unica nel panorama delle arti marziali del sud-est asiatico.  L'unico piccolo appunto che mi permetto di fare è la sezione in ogni capitolo relativa all'analisi dello stile, dove in certi casi si vede l'autore letteralmente fare arrampicate sugli specchi per tenetare di dire cose diverse rispetto a ciò che aveva scritto due pagine prima sullo stile precedente (non è colpa di nessuno se molti stili di Kali/Arnis/Escrima hanno radici comuni! ;-) ). Gli stili recensiti in questo libro, a parte qualche curiosa eccezione (vedi l'inqualificabile Sayoc Kali :-) ), sono piuttosto rappresentativi per descrivere il panorama delle arti marziali filippine moderne, ed è sicuramente un libro che raccomando, in ogni caso, a qualsiasi appassionato di arti marziali in genere.

 

FIGHTER'S FACT BOOK

Autore: Loren W. Christensen

Editore: Turtle Press

Anno di pubblicazione: 2000

Valutazione: JJ

ffb.jpg (3794 byte)Un libro con oltre 400 concetti, trucchi, consigli ed esercizi per farti diventare un combattente migliore. Così recita la copertina del libro. Un po' troppi, vero? Infatti. Il libro è simpatico, pieno zeppo davvero di trovate simpatiche per variare il prioprio tipo di allenamento, a volte si tratta di consigli davvero di buon senso, in certi casi di vere e proprie scoperte dell'acqua calda... C'è moltissima enfasi sull'allenamento sportivo di un'arte marziale e sui concetti di visualizzazione e training autogeno. Sicuramente un'opera in cui la'utore ha voluto trasmettere praticamente tutto ciò che sa sull'argomento, tentando di coprire qualsiasi dettaglio dell'universo che ruota attorno al marzialista. Se per il praticante esperto questo libro può risultare di utilità limitata, per il neofita potrebbe essere il libro adatto come compendio ad un corso di arti marziali appena iniziato. 

REAL WORLD SELF-DEFENSE -A guide to staying alive in dangerous times-

Autore: Jerry VanCook

Editore: Paladin Press

Anno di pubblicazione: 1999

Valutazione:LL

A certi americani piace parlare, parlare, parlare... (in questo caso scrivere...). Qui abbiamo a che fare, l'impressione è quella, del nonnetto che racconta al nipote come cavarsela in situazioni "fastidiose" della vita, quale un'aggressione, armata e non. Ci dice anche che arma scegliere da portarci addosso (però, il "nonno" che c'insegna ad infrangere la legge...), tra vari modelli di pistole e coltelli. Poi a come adoperarli nella maniera più efficiente possibile. Tutto questo 194 pagine con pochissime foto (non tecniche). Risultato? Un polpettone universale annaffiato con la solita "acqua calda" del buon senso. Le cose che scrive non sono sbagliate, per il semplice motivo che sono di una banalità incredibile. Se qualcuno trova qualche consiglio riportato in questo libro come "illuminante" e/o "intelligente", significa che non ha mai messo la testa fuori di casa neanche per andare a scuola... Troppi argomenti trattati i troppo poco spazio, e con estreme superficialità. Se il libro si fosse chiamato "una chiaccherata sul mio punto di vista della difesa personale", sarebbe stato molto più onesto e dignitoso.

ATTACK PROOF -The Ultimate guide to Personal Protection-

Autore: Jhon Perkins, Al Ridenhour, Matt Kovsky

Editore: HUman Kinetics

Anno di pubblicazione: 2000

Valutazione:J

La valutazione di questo libro meriterebbe il massimo punteggi per il solo fatto che è il solo libro in commercio (che ho potuto esaminare io, almeno) che tenta d'introdurre il lettore a uno dei concetti più difficili in assoluto da co prendere nelle Arti marziali: la sensibilità. Tutti ne parlano, c'è chi dice che è innata, c'è chi dice che si può acquisire, negli anni, con interminabili esercizi speciali con un partner d'allenamento... Per la prima volta abbiamo un libro che dice apertamente che quello che conta non è una tecnica particolare, per saltarci fuori in uno scontro fisico, ma la nostra "sensibilità" nel reagire alla casualità istantanea dell'aggressore. Il concetto è quello di "chaos controllato". Bene. Da un libro non s'imparerà mai una cosa del genere, però è una gran cosa che gli autori ci provino a dirla ;-). Le tecniche esposte per sviluppare questa sensibilità sono decine e decine, da eseguire da soli o in coppia. Ce n'è davvero per tutti i gusti  e tutte le situazioni. Si chiamano in causa tecniche energetiche tipiche del Tai Chi Chuan e delle "Arti Marziali degli Indiani d'America" di cui, uno degli autori, è l'ultimo rappresentante vivente. Il libro è ben strutturato, di facilissima consultazione e davvero ricco di foto esplicative degli esercizi/tecniche. Che dire? Sulle tecniche a mani nude ha delle proposte di sensibilità da praticante consumato di Wing Chung, ma hanno abbastanza senso (però, ripeto, non sono da tutti). L'unica cosa in cui scade davvero è sulla difesa da coltello e da bastone dove, se i concetti espressi sono corretti, le tecniche lasciano un po' il tempo che trovano. Stranamente (nel senso che è un argomento dove TANTI dicono delle stupidate suicide) la sezione -onestamente corta- sulla difesa da minaccia d'armi da fuoco è dignitosamente sensata. Almeno non si vedono le mani di chi si difende attorcigliate intorno al carrello della pistola...  

HOMEMADE MARTIAL ARTS TRAINING EQUIPMENT -A do it yourself guide-

Autore: Michael D. Janich

Editore: Paladin press

Anno di pubblicazione: 2002

Valutazione:JJ

Le attrezzature specifiche per l’allenamento delle Arti Marziali sono molto costose. Chi si è comprato un sacco, un paio di focus (colpitori) e qualche altro aggeggio specifico sa perfettamente cosa intendo. Questo libro, del sempre più eclettico Michael Janich, tenta di porre rimedio all’argomento proponendo dei consigli per progetti “fai da te” molto motlo semplici per realizzare ausili per l’allenamento. Partiamo dalla semplicissima realizzazione dei focus (utilizzando di dorso due guantoni da boxe), alla macchina per lo stretching inguinale in cui si richiede il reperimento di qualche materiale plastico e un minimo di applicazione manuale. Idea sicuramente degna d’attenzione e meritevole. Ovviamente non aspettatevi di trovavi i progetti per realizzare una macchina completa per allenamento di tutto il corpo spendendo 25€ o chissà quale altro miracolo; però bisogna dare atto a Janich che fornisce –ai più carenti di fantasia e senso pratico-degli ottimi spunti per realizzare piccoli progetti. Per tutti coloro che non hanno voglia di pensare un metodo per realizzare un coltello da allenamento, un sacco da parete, dei bersagli per l’allenamento con i bastoni, una macchina per gli addominali ecc..ecc...

 

MASTER OF THE BLADE -Secrets of the deadly art of knife fighitng-

Autore: Richard Ryan

Editore: Paladin press

Anno di pubblicazione: 1999

Valutazione:JJ

Non fatevi fregare dalle apparenze, dalle spacconate dell’autore, o dalla sua terribile non-umiltà che trasuda dalle righe di questo libro. Questo è il miglior libro in circolazione sull’argomento. Perlomeno il più sensato. L’unico libro che spiega poche cose, ma in maniera ineccepibile con dei concetti solidissimi e validissimi dietro. Il primo libro che descrive una guardia decente, giustificandone ogni dettaglio, che non propone tecniche particolari concatenate tra loro (non si può in combattimento!), ma un marea di riflessioni tecnico/tattiche su tante situazioni. Ripeto, mandate giù senza pensarci il senso di superiorità che sbandiera l’autore, che però, a ragion veduta, rispetto a tanti altri “knife fighters da libro” lui li batte tutti per validità di concetti ed applicazioni pratiche. Ultima cosa, è l’unico autore che affronta seriamente le questioni morali/legali del combattimento con armi. 

 

MANUALI FITNESS

DYNAMIC STRENGTH

Autore: Harry Wong

Editore: Unique Publications

Anno di pubblicazione: 1990

Valutazione: JJJ

ds.jpg (4087 byte)Volete una raccolta di semplici esercizi da ripetersi su base quotidiana, con vari livelli di difficoltà, che vi permettono di mantenere tonici i vostri maggiori gruppi muscolari senza l'ausilio di pesi? Questo manualetto è semplicemente l'Uovo di Colombo in una veste molto semplice. Questi esercizi si basano sul concetto della "tensione dinamica" dei muscoli. Un muscolo quando è sottoposto ad uno stimolo, per esempio solleva un peso, si contrae. Farlo ripetutamente stimola il muscolo -col tempo- a "rinforzarsi" e a "migliorarsi" per affrontare nel futuro lo sforzo al meglio. L'autore propone di contrarre alcuni gruppi muscolari alla volta con particolari tecniche ed esercizi a corpo libero per stimolarli ad adattarsi allo sforzo, quindi a mantenerli tonici. Senza l'ausilio di attrezzi. Anch'io, anni fa, quando ho iniziato a leggere questo libretto ero abbastanza perplesso. Ma posso assicurare che funziona davvero. Io praticamente faccio praticamente uso di queste tecniche per mantenere i miei muscoli adeguatamente stimolati, è chiaro che non ho la stazza del body builder, ma con pochi minuti al giorni prima dell'allenamento vero e proprio, i miei muscoli sono caldi e sempre tonici. Provateci, è interessante.

 

JEAN FRENETTE'S COMPLETE GUIDE TO STRETCHING

Autore: Jean Frenette

Editore: Unique Publications

Anno di pubblicazione: 1989

Valutazione: JJ

jfcgts.jpg (4442 byte)Gli esercizi proposti da Jean Frenette questo libro sono, almeno per quanto riguarda la parte dei principianti, abbastanza logici e semplici, dalla sezione intermedia alla avanzata, siamo semplicemente nel campo della fantascienza... ;-) A  meno che non dedichiamo allo stretching cinque ore al giorno sette giorni alla settimana e abbiamo appena superato i quattordici anni... Scherzi a parte questo libro, semplice e chiaro, è una raccolta di tecniche di stretching, soprattutto per gli arti inferiori, davvero impressionante, in varietà e complessità, di esercizi di allungamento muscolare. A mio parere uno dei più chiari e completi sull'argomento che abbia mai trovato.

 

 

TRAUMATOLOGIA PRONTO SOCCORSO E RIABILITAZIONE NELLO SPORT AGONISTICO

Autore: Claudio Pietroletti

Editore: Edizioni Mediterranee

Anno di pubblicazione: 1994

Valutazione: JJ

tpsrsa.jpg (3503 byte)Se si pratica sport in maniera seria l'infortunio è sempre dietro l'angolo. Se si praticano arti marziali in genere la probabilità aumenta ancor di più. Questo libro tratta vari tipi di lesioni che possono avvenire durante una pratica sportiva. Il libro è diviso in due sezioni: la prima parla dei traumi a livello osteoarticolare e prende in esame ogni sezione del corpo umano esaminando tipi di lesione, patogenesi (come si può provocare), azioni di pronto soccorso, tipi di cure disponibili e tipo di riabilitazione da adottare in guarigione. La seconda è strutturata nella stessa maniera, ma è rivolto ai traumi a carico del sistema muscolare-tendineo. Speciali sezioni dedicate ai traumi al viso, occhio e ai vasi sanguigni principali. Inoltre è presente una sezione relativa alle terapie tradizionali e metodiche naturali. Un bel libro, che sicuramente non deve sotituire il  medico e/o il fisioterapista, ma che può aiutarci a non fare stupidate in caso di infortunio mentre si aspettano soccorsi adeguati e che ci fa capire meglio come il nostro corpo si comporta in caso di lesioni e come può recuperare.

 

WHAT TO DO WHEN IT HURTS?

Autore: Malcom Read,m.d.-Paul Wade

Editore: People's Medical Society

Anno di pubblicazione: 1996

Valutazione: JJ

wtdwih.jpg (2939 byte)Libretto fatto molto bene, e all'apprenza semplice e a prova di stupido, per affronatre la maggior parte dei traumi sportivi. Il libro è diviso in chiare tavole anatomiche che con aree colorate individuano i punti dove proviamo dolore. Trovata l'area iniziano le ipotesi sull'origine del dolore, il tipo di trattamento, ecc...ecc... La sezione relativa allo sport è semplicemente fantastica. Tavole di riabilitazione muscolare differenziata per tipo di gruppo muscolare, tecniche di pronto soccorso e tecniche di indagine preventiva per scoprire eventuali forme di lesioni croniche a carico delle articolazioni e/o gruppi muscolari. Necessario per ogni sportivo che si ritrova dopo ogni sessione d'allenamento (come il sottoscritto ;-) ) con dei lividi sparsi, le falangi delle dita "andate" e tante articolazioni doloranti. 

 

SPEED TRAINING-How to develop yuor maximum speed for martial arts-

Autore: Loren Christensen

Editore: Paladin Press

Anno di pubblicazione: 1996

Valutazione: JJ

st.jpg (3780 byte)"Una tecnica può essere battuta da un'altra tecnica, ma la velocità non è battuta da nessuno". Recita più o meno così un proverbio giapponese dedicato alle arti marziali. Effettivamente possiamo essere una biblioteca vivente di tecniche estrapolate dalla nostra arte marziale, ma se non siamo capaci di eseguirle in maniera decente alla velocità necessaria per contrastare il nostro avversario siamo semplicemente battuti dall'inizio dello scontro. Questo libro, chiaro e pieni di esercizi, l'autore ci introduce al mondo dell'allenamento della velocità e coordinazione dei nostri muscoli. Bisogna essere sinceri fin dall'inizio però, come l'autore giustamente dice fin dalle prime pagine: la genetica è fondamentale per la velocità del nostro corpo. Per il resto, comunque, un allenamento fisico/mentale adatto ci aiuterà moltissimo a sviluppare la coordinazione che ci serve alla velocità giusta. Gli esercizi proposti sono semplici, logici e fattibilissimi e sono anche specifici, in certi casi, solo per certe arti marziali. Personalmente l'ho trovato meno cervellotico e più utile di tanti altri libri che propongono metodologie d'allenamento davvero stramplate per ottenere chissà quali "poteri". Le cose semplici, invece, sono quelle che sempre funzionano meglio.

 

THE UNITED STATES NAVY SEALS WORKOUT GUIDE-The Exercise And Fitness Programs Based on The U.S. Navy SEALs And BUD/S Training-

Autore: Chief Dennis, Kevin Dockery

Editore: Quill

Anno di pubblicazione: 1998

Valutazione: JJ

nswg.jpg (4390 byte)In America gli incursori della loro Marina sono un marchio commerciale per ogni sorta argomento legato al fitness, allo sport in genere ed alla relativa moda del vestiario. Per fortuna che in Italia i nostri COMSUBIN sono un po' più seri e queste cose non le fanno... :-) Commenti di marketing a parte questo libro non è altro che un'opera ben fatta su gli esercizi per mantenersi in forma con un sorprendentemente basso numero di esercizi basati sull'uso di attrezzi. Molta enfasi è basata sugli esercizi di riscaldamento, di stretching e quindi di potenziamento muscolare vero e proprio. Personalmente la trovo un'ottima biblioteca di esercizi da cui "pescare" qualche cosa per variare il mio programma personale. In effetti sono descritti  con semplicità ed efficacia molti esercizi che possono variare l'allenamento di uno sportivo di qualsiasi disciplina. Ma la parte militare cosa c'entra? In fondo al libro è riportata una tabella (ridicola) degli esercizi richiesti per essere ammessi alla selezione degli aspiranti SEALs. Se volete un bel manuale con una ricca raccolta di esercizi questo libro fa per voi.

 

MAXIMIZE YOUR MARTIAL ARTS TRAINING-The Martial Arts Training Diary-

Autore: Dr. Art Brisacher

Editore: Turtle Press Hartford

Anno di pubblicazione: 1996

Valutazione: L

mymat.jpg (4167 byte)Quando ho aperto questo libro per la prima volta credevo che mi fosse capitata in mano una copia stampata male. Tutte le pagine, o quasi, piene di righe... Vuote. Quando l'ho acquistato credevo che mi sarei trovato davanti ad un trattato sulla Peak Perfomance o sul training autogeno e via dicendo. Quasi. Fondamentalmente si parla di questi argomenti ma l'autore siete voi. Fondamentalmente questo libro dovrebbe essere il vostro diario personale dei vostri allenamenti su cui registrare i propri obbiettivi e i vari passaggi che dobbiamo affrontare per raggiungerli. Un'opera per motivarci fino in fondo a raggiungere i nostri traguardi prefissati. All'inizio di ogni sezione c'è un'introduzione dell'autore che ci spiega come riempire le righe che seguiranno. Passati i primi cinque minuti di frustrazione ho riflettuto e ho considerato l'idea potenzialmente buona. Okay, lo ammetto: non ho mai riempito una riga del libro, ma per coloro che cercano magari di registrare i propri progressi in una maniera dettagliata e logica, forse questo libro potrebbe essere un buon gradino di partenza.

 

 

 

VIDEO

 

comando combat

Formato: PAL Europa

Editore: Budo International

Anno di pubblicazione: 1998

Valutazione: J

bicc.jpg (4106 byte)Come giudicare un argomento trattato in maniera del tutto inutile ma in una veste estremamente professionale e curata? Budo International è sicuramente una casa editrice seria e con prodotti di estrema qualità. Questo video non è che l'ennesima conferma della cura riposta nel creare documentari con atleti, metodologie di rappresentazione delle tecniche e post produzione davvero eccellenti. Il video dovrebbe essere una carrellata delle tecniche di combattimento con il coltello, derivate dal giapponese Tai Shindo, utilizzate dai paracadutisti spagnoli. Ogni singola tecnica è ripresa sei volte. Una volta a velocità "didattica", con due inquadrature diverse, una volta a velocità "reale" (sempre da due inquadrature), poi al rallentatore le ultime due citate. Specie nelle sequenze a velocità reale gli atleti che eseguono le tecniche sono davvero in gamba e convincenti (abbiamo dei campioni mondiali di Tai Shindo a eseguire queste tecniche) . Il problema sono le tecniche di per sè stesse. Sono tra le sequenze più cervellotiche e senza senso che abbia mai visto in vita mia. E' vero che le arti marziali giapponesi hanno la tendenza ad essere "complicate", ma più che altro per motivi didattici. Qui ci propinano per tecniche militari, quindi si pensa a tecniche semplici, efficaci e veloci, dei kata che arrivano fino a undici passaggi in certi casi. Davvero troppi. Okay, dovevano riempire la cassetta, ma semplicemente tutte le tecniche hanno il problema di essere troppo complicate e lunghe. Praticamente non hanno utilità, se non quella di farci una biblioteca mentale di movimenti per la coordinazione. Non posso dire che è un'opera indecente, perchè è troppo ben curata, ma alla fine il valore tecnico veramente utilizzabile per estrapolare tecniche di combattimento armato con lame è prossimo allo zero.

 

FIGHTING ARTS OF INDONESIA

Formato: NTSC

Editore: Paladin Press

Anno di pubblicazione: 1997

Valutazione: JJ

faoicsos.jpg (3960 byte)Immaginate di partecipare ad uno stage sulle basi ed i principi del Pencak Silat e del Kuntao tenuto da un maestro competente e simpatico, e di essere sempre in prima fila. Ecco com'è realizzata la cassetta dei Bob Orlando sul suo sitema di combattimento indonesiano. A Bob Orlando piace molto parlare, introdurre bene i concetti prima di mostrare le tecniche, ma non si perde mai in dettagli inutili. Il numero di tecniche illustrate nel video sono ben poche e piuttosto semplici, ma spiegate con cura. In pratica ci vengono illustrati i principi base del Silat: l'adesione, il torcere, il deviare, il sedersi... E varie tecniche percuotenti di base.  Imperdibile la scena in cui per spiegare l'efficacia dei colpi portati con la mano rilassata al viso (una tecnica molto efficace, anche se non si direbbe a prima vista), descrive la scena dell'alieno del film "Alien" che si attacca alla faccia dell'astronauta! Se siete interessati al Silat questo video è quasi un acquisto doveroso.

 

REVERSE-GRIP KNIFE FIGHTING

Formato: NTSC

Editore: Paladin Press

Anno di pubblicazione: 1995

Valutazione:LL

rgkf.jpg (3735 byte)James Keating è definito come il "knife fighter" per antonomasia. Esperto conoscitore di scherma italiana, di tutti i stili di combattimento con le lame nonchè esperto eskrimador, è un riferimento a livello mondiale del combattimento con il coltello. La sua scuola, la Comtech, organizza costosissimi seminari di qualche giorno per insegnare sistemi di combattimento con le lame. Questo video è alquanto deludente, se teniamo conto da chi è stato realizzato. A parte la fattura estremamente artigianale del video, ma si sa di queste cose quel che contano sono i contenuti, gli argomenti trattati sono molto elementari e gli esercizi proposti per svilupparli -a parte gli ubadlubad classici- sono a dir poco fatntasiosi nella loro inutilità. Sviluppare il colpo d'occhio nelle stoccate di coltello in presa "rovescia"? Attacate dei palloncini colorati a mò di griglia su di un legno poi dategli le spalle. Il vostro compagno d'allenamento vi dice un colore del palloncino e voi girate di scatto e lo dovete centrare con una stoccata di coltello. POP! In una sequenza del video, Keating,  deve colpire tre volte un palloncino prima di farlo scoppiare perchè lo manca sempre. :-) Non contiamo poi gli sparring partner del video di Keating, a parte sua moglie, gli altri due... Oddìo, magari sono dei terribili knife fighters, ma a vederli così abbisognano di cure mediche d'emergenza... Lo dico ancora, bisogna vedere i contenuti, non come si presentano, ma quando questi latitano, almeno che l'occhio abbia la sua parte... 

 

SURVIVING A STREET KNIFE FIGHT

Formato: NTSC

Editore: Paladin Press

Anno di pubblicazione: 1992

Valutazione:J

sskf.jpg (4117 byte)E' Marc "Animal" MacYoung il più grande "ammazza-marzialisti" del panorama delle arti marziali occidentali. In questo video "ruspante" (è girato dentro una tenda da dieci posti...) ci vuole far capire che le tecniche tradizionali di difesa insegnate nelle palestre di arti marziali hanno pochissime possibilità di farcela contro un'aggressore armato di coltello e davvero motivato. Il video si apre con la classica sequenza (ripresa anche da Master-at-Arms James Keating in un suo video) del trancio di bue appeso ad un filo e MacYoung lo taglia ripetutamente con vari tipi di coltelli per far capire la gravità delle ferite inferte da un singolo colpo di coltello. Esprime i suoi dubbi sull'uso tassativo dell'avambraccio come scudo "permanente" in un attacco con il coltello, e delle leve articolarii. Quindi ci illustra le sue proposte di difesa basate sul fuggire, mettere tra noi e l'aggressore più spazio possibile ed oggetti (sedie, scatole...) e qualche nozione di footwork adeguato. A mio avviso, per quanto squallida la realizzazione della pellicola stessa, c'è molta verità in quel che dice MacYoung. Mettete alla prova i suoi esempi e capirete anche voi.

 

WINNING A STREET KNIFE FIGHT-Realistic Offensive Techniques-

Formato: NTSC

Editore: Paladin Press

Anno di pubblicazione: 1992

Valutazione:J

waskf.jpg (5252 byte)Eccoci alla seconda puntata degli "insegnamenti" di "Animal" MacYoung sull'argomento combattimento con il coltello. In questo video, sempre bello semplice e realizzato con scarsissimi fondi, si affronta il discorso relativo alle tecniche offensive e ai bersagli "paganti" relative all'uso delle lame. Anche qui molte delle sue parole sono spese per distruggere, dissacrare e affondare tutti i preconcetti che i marzialisti tradizionali, e i film d'azione hanno da dire sull'argomento. Si parla delle tecniche d'apertura, del fatto che più "giochiamo sporco" e più possibilità abbiamo di saltarci fuori (ad es. sempre colpire di sorpresa da dietro...). Si parla dell'importanza di avere lame lunghe per raggiungere meglio tutti gli organi vitali ecc...ecc... Apparentemente Mcyoung scopre l'acqua calda con questo video. Ma mi permetto di ricordare che un sacco di "istruttori" di difesa personale a tutt'oggi insegnano ai loro allievi a lavarsi con l'acqua fredda :-)

 

 

DEFENDING AGAINST THE BLADE

Formato: NTSC

Editore: Paladin Press

Anno di pubblicazione: 199o

Valutazione:LL

dab.jpg (3318 byte)IL tizio in questione si chiama Peyton Quinn. Ha 20 anni d'esperienza nelle Arti Marziali, ma è famoso per insegnare tecniche di difesa personale estremamente realistiche. Il video si apre con lui che mostra le cicatrici sul suo avambraccio lasciate da un coltello (però, rimarginate molto bene, neanche si vedono...). Questo per dimostrare che essendo stato ferito sul serio sa di cosa sta parlando. Alla fine del video verrebbe voglia di dirgli di farsi ferire ancora, magari impara qualcosa di più. Sostanzialmente questo video, estremamente artigianale (ma questo è il male minore), è una continua inquadratura a mezzo busto di questo signor Peyton che, probabilmente sfondare nel mercato d'oltreoceano parla in un inglese da bambini scandendo una parola per secondo, massacra tutte le tecniche tradizionali di difesa da coltello. Questo mi sta anche bene. Poi passa alle sue proposte: Tecniche filippine quasi pure tradizionali (e delle meno indicate, a mio modesto avviso), con la pessime idea di non inquadrare tutta la figura del suo corpo durante l'esecuzione per far vedere decentemente il footwork (tanto, per quel che serve...). Unica nota positiva: alla fine del video il compagno d'allenamento che si prestava come aggressore afferma di rispettare totalmente le tecniche marziali a mani nude illustrate nel video, ma lui preferisce imparare l'arte della pistola, quindi estrae una pistola automatica e spara tre colpi :-) Questo si che ha le idee chiare!

 

 

INOSANTO SYSTEM: FILIPINO MARTIAL ARTS

Formato: PAL Europa

Editore: Budo International

Anno di pubblicazione: 2000

Valutazione:JJ

isfma.jpg (4366 byte)Un video ben fatto che ci da un'idea decente di questo sistema di Kali. Il video è una bella raccolta di esercizi di ubadlubad (esercizi ripetitivi con armi e senza per sviluppare la sensibilità e la coordinazione nell'allievo) con tutti i tipi (o quasi) di armi del repertorio filippino. Gli esercizi con il doppio bastone, quelli a mani nude, le sequenze sugli angoli, sono davvero ben realizzate e sono un supporto didattico valido se si vuole una collezione di esercizi da eseguirsi in coppia. L'estrema metodicità tecnico/didattica traspare con sicurezza in ogni sequenza eseguita da Sifu Almeira. Solo un piccolo appunto. Questo sistema è estremamente didattico e formativo, ma praticamente inutile per applicazioni reali fuori dalla palestra. Un esempio: le tecniche di disarmo a mani nude da attacco di coltello, sono semplicemente un invito al suicidio se le applichiamo ad un aggressore solo moderatamente motivato a colpirci. Ecco perchè non do il massimo punteggio di giudizio a questo video (che per chiarezza espositiva lo meriterebbe sicuramente):   le tecniche insegnate sono troppo idealizzate ad un contesto didattico, e non di combattimento. Dipende cosa cercate. Questo video è comunque è d'obbligo per chi vuole vedere qualcosa sull'Inosanto System, ovvero il sistema di Kali attualmente più insegnato in Italia.

 

SILAT CONCEPTS

Formato: NTSC

Editore: Paladin Press

Anno di pubblicazione: 2000

Valutazione:JJ

sc2.jpg (5588 byte)Sifu Simonet è uno a cui piace creare video che sembrano lezioni individuali. In effetti sono ben realizzati e non tralascia nulla, infatti ci propone l'insegnamento dei primi 6 Jurus del Pencak Silat Serak su un'opera in due volumi. La prima cassetta è dedicata all'esecuzione a vuoto, con grande enfasi sui dettagli, dei movimenti da eseguire. Riprese su svariate angolazioni rendono molto bene l'idea. La seconda cassetta è dedicata all'applicazione dei Jurus stessi. Che dire? Un bel prodotto, ben confezionato, e che raggiunge in massima parte gli scopi proposti da Sifu Simonet. Ci sono, comunque, delle sequenze che non possono non farci sorridere. Infatti, durante la dimostrazione pratica delle tecniche, Sifu Simonet, utilizza la sua allieva Hernandez (piccolina e carina). Ebbene questa ragazza viene letteralmente fatta volare da una parte all'altra del nostro televisore come nei cartoni animati! Sifu Simonet è un omone stimo sul quintale di peso, questa ragazza sarà 55Kg se va bene... A parte questo dettaglio irrilevante il video e realizzato in maniera chiara e didatticamente corretta. 

 

 

MASTERS OF DEFENSE

Formato: NTSC

Editore: Paladin Press

Anno di pubblicazione: 1999

Valutazione:L

mod.jpg (5489 byte)I Masters of Defense sono una linea di coltelli per difesa personale. Un pò piccolini per fare "il lavoro", ma molto ben costruiti (e dal prezzo iperbolico...). Questo video dovrebbe essere l'esposizione delle caratteristiche peculiari di ogni modello ed i consigli di come impiegarlo stando ai loro creatori: Ayoob, Keating, Janich, la "guerriera" Casillas-Boggs e l'EX SEAL Watson. Almeno 3 di questi sono nomi piuttosto noti nel panorama delle arti marziali filippine/combattimento con le lame. Bene. Il video è un perdita di tempo animata a colori. Non mi sarei certo aspettato in un video promozionale di trovare tecniche estremamente risolutive o chissà quale altra chicca, ma purtroppo i Maestri coinvolti nell'iniziativa, almeno Keating e Janich, sono estremamente fermi a far vedere esclusivamente delle basi didattiche  nell'uso nella difesa personale delle loro creazioni. Forse a prima vista le tecniche sembrano piuttosto efficaci, ma dopo una breve riflessioni ci troviamo davanti alle solite cose quasi inutili ed estremamente idealizzate che vanno di moda ora e che troviamo nella maggior parte dei seminari organizzati in Italia o in centinaia di libri in commercio. Un esempio di quello che non ve in queste tecniche? Nella sequenza illustrata da Keating egli afferma che se tagliamo due volte il polso destro armato dell'aggressore egli è neutralizzato e lo scontro è finito. Si, e non dobbiamo forse aspettarci che ci tiri un bel pugno in faccia con la mano sana sinsitra? Un minimo "originalità" va data all'approccio della Casillas-Boggs nell'uso e nella forma del suo coltello, ma siamo ben lontani a chiamare "tattiche" le cose che vengono illustrate qui.

 

SECRETS OF SILAT

Formato: NTSC

Editore: Paladin Press

Anno di pubblicazione: 2000

Valutazione:L

sos.jpg (4654 byte)Steve Gartin illustra in questa cassetta alcune tecniche di combattimento con il cotello (pisau) derivate da vari stili di Pencak Silat. Nonostante illustri in maniera accettabile delle tecniche tradizionali di difesa da coltello e/o risposte a tali attacchi, il problema maggiore di questo video è l'apparente vulnerabilità di queste tecniche. Nel video si vede spesso bloccare degli attacchi di coltello diretti all'addome con dei (correttissimi) spostamenti di lato del corpo che però sono eseguiti contemporaneamente ad un calcio alla regione addominale dell'attacante. Insomma, espone un'intera gamba alla traiettoria di un coltello, mentre resta in equilibrio sull'altra; poi naturalmente procede alle coltellate di risposta del caso, ovvio. Alcuni concetti sono naturalmente interessanti e corretti, in altre tecniche si "perde" in esecuzione di tecniche che di efficace e sicuro hanno poco. Ripeto: qui Steve Gartin sta illustrando tencihe tradizionali, però è implicito che le suggerisca come tecniche di difesa personale reale. Una cosa molto interessante è che introduce il concetto di "allenamento alla sensibilità", introducendo esercizi tipici del Wing Chung . Questo è un ammirevole suggerimento che poche altre opere sull'argomento affrontano.  

 

FREE FIGHT USING TECHNIQUES OF KALI SIKARAN

Formato: PAL

Editore: ABANICO PRODUTIONS

Anno di pubblicazione: 1996

Valutazione:JJ

ff.jpg (4676 byte)Onestissimo video chiero e ben realizzato che è un compendio di una miriade di tecniche di combattimento, ma di cui queste pochissime derivano dalle Arti Marziali Filippine. Il video illustra varie sequenze tecniche di combattimento libero, a partire dall'intercettazione di un pugno, sviluppare la tecnica con una tecnica percuotente di risposta, proiezione (quando serve) e leva articolare a terra. Tutto spiegato passo per passo durante l'evoluzione della tecnica stessa. In pratica è un manuale animato che raccoglie tecniche di pugno, di gambe, di parate (di cui alcune del repertorio filippino), di proiezione (più che altro di Judo) e di leve immobilizzanti a terra (anche queste derivate dalle arti giapponesi). Il video non ha nessuna pretesa particolare, non promette la rivelazione di nessun segreto particolare, solo delle chiare sequenze tecnihe da studiare con un compagno d'allenamento. 

 

 

 

KALI-S.E.A.L.-KNIFE FIGHTING

Formato: PAL

Editore: EOS SPORT

Anno di pubblicazione:

Valutazione:JJJ

In un unico paragrafo voglio recensire i tre video principali prodotti dal Cav. Maik Faraone che rappresentano due momenti ben distinti della sua carriera marziale. Purtroppo, allo stato attuale, questi video sono pressoché introvabili. I primi due video sono quelli dedicati alle tecniche della PFS estrapolate dal Kali, dal Jeet Kune Do e Wing Chung. Il sistema di combattimento che ne scaturisce è il S.E.A.L. (Survive, Enter, Assault, Leave), un approccio sintetico, efficace e devastante nel confronto sia a mani nude che in contesto armato. I primi due video sono di qualche anno fa, degli anni del Cav. Faraone con i capelli lunghi, quelli dello Street Fighter un po' portato all'esasperazione della sua immagine. Questo due video sono ben fatti, benché non siano lunghissimi in termini di tempo. Infatti, per come è strutturata la cassetta  (per ogni tecnica: introduzione, esecuzione a velocità reale, esecuzione a step con spiegazione delle varie fasi, sequenza di allenamento collettiva di vari istruttori che eseguono la tecnica appena esposta) si ha la possibilità di visionare poche tecniche del repertorio del sistema di Faraone, ma bisogna ammettere che sono divulgate in maniera a dir poco illuminante. Nel vedere i due video, che sono girati in studio, si ha l'impressione di essere in prima fila ad un suo stage. Molta enfasi sulla comunicazione, sul voler porre l'accento su ogni dettaglio rilevante della tecnica. Questo sia nel lavoro a mani nude che con le armi. I concetti esposti sono di base, quindi adatti anche a chi non ha mai praticato discipline marziali basate sul maneggio delle armi. Il terzo video, quello dedicato al combattimento con il coltello, colpisce molto per la diversità con cui Faraone si presenta. Qui abbiamo a che fare con un Faraone più moderato, non meno professionale dei video precedenti, ma più "rilassato" nell'esposizione dei concetti. Il video poi è girato all'aperto: ora quello che conta far vedere sono i concetti, non importa la cornice espositiva del prodotto. In questo video abbiamo finalmente una divulgazione di tecniche, concetti, strategie realistiche sul combattimento con il coltello. L'influenza del Kali e della scuola di Keating si rivelano subito in un sistema di combattimento fluido, aperto negli schemi e senza troppe complicazioni. Fino ad adesso non ho visto prodotti comparabili provenienti dall'altra parte dell'oceano. Attenzione: con questo non aspettative di trovare in questo video tecniche ultra-spettacolari o chissà cos'altro... Qui la parola d'ordine è: semplicità. Questo video può far aprire gli occhi a molti "knife fighters" imbottiti di preconcetti.

 

LEGACY OF STEEL

Formato: PAL e NTSC

Editore: PALADIN PRESS

Anno di pubblicazione: 2001

Valutazione:JJ

Avete mai sentito parlare dello stage più costoso della storia delle Arti Marziali? "the Riddle of Steel", 5000$ per quattro giorni con James Keating in una località sperduta nel Colorado a seguire lezioni di maneggio di lame. Le due cassette di quest'opera sono un'esclusiva possibilità di capire come questo stage "elitario" è condotto da Keating e capire, in parte, quali argomenti sono trattati. Da questo punto di vista l'opera è preziosissima. Vediamo in azione un James Keating spiritoso, paziente, meticoloso e convincente in ciò che illustra. Parla un po' di tutto: dall'etica relativa all'uso del coltello per difesa personale (attenzione: siamo in America!... anche se non cambia di molto, a dire il vero, dall'Italia in termini di legalità nel porto di coltello), tecniche di difesa a mani nude da attacco di coltello, uso del coltellaccio Bowie e da improbabili tecniche di difesa con bandana da attacco di coltello. Le tecniche, per quanto tradizionali filippine nella stragrande maggioranza dei casi, sono interessanti e forniscono un punto di vista diverso sull'approccio al combattimento con le armi. E' interessante anche vedere che persone frequentano questo stage: poche, miliardarie e obese nella migliore tradizione antropomorfa americana! 

THE REALITY OF EDGED WEAPONS

Formato: PAL e NTSC

Editore: PALADIN PRESS

Anno di pubblicazione: 2001

Valutazione:J

Joe Maffei tenta in questo video di "colmare" le lacune di tutti i video esistenti sul combattimento con il coltello. Impegno lodevole, ma il volersi per forza distinguere dagli altri lo porta a fare qualche passo falso. Sostanzialmente dice cose giuste ed interessanti su tutti gli aspetti del combattimento con il coltello: postura, footwork,  distanza di combattimento, sparring, combattimento a terra... Ma alla fine finisce per illustrare banalità su banalità quando si passa sul serio. Abituare l'allievo alla pressione di attacco coordinato di due persone armate di coltello? Lo si fa correre per una palestra enorme mentre tenta di parare i colpi degli aggressori. In un contesto urbano non si ha tutto quello spazio libero a disposizione, e il difetto di fondo dell'allenamento in questione è evidente. Importanza della stabilità dei piedi? Sequenza di combattimento in un ruscelletto di bosco. Da spanciarsi dalle risate per l'impegno che i due marzialisti iniettano nella scena. L'unica scena decente del video è la sequenza di sparring finale full contact tra due allievi di Maffei. Una zuffa incontrollata dove non si applica nemmeno una tecnica che viene illustrata nel video,  ma che rende bene l'idea di come ci si debba allenare sul serio, se si vuole imparare a fare dello sparring, almeno.  L'unico video, a mio avviso disponibile in commercio, che illustra una sequenza del genere. 

KALI ARNIS ESCRIMA

Formato: PAL EUROPA

Editore: BUDO INTERNATIONAL

Anno di pubblicazione: 2001

Valutazione:JJ

L'attesissimo video del M° Maltese sulle Arti Marziali Filippine è finalmente disponibile. Dopo numerosi libri, di cui potete leggere le recensioni sopra, il M° Maltese dimostra attraverso le immagini la sua competenza nelle tecniche di combattimento filippino. La cassetta, come tutte le realizzazioni di Budo International, è davvero eccellente. Il video è in sostanza un corso sulle tecniche di maneggio di bastone singolo e di difesa a mani nude da attacchi del medesimo. Si tratta, ovviamente, di tecniche estremamente tradizionali, in cui necessita una certa abilità nel far volteggiare incessantemente, e con precisione, un bastone sottile e leggero di rattan di circa 70cm di lunghezza. Il M° Maltese esibisce con eleganza tecniche in cui mulinelli, rapidi cambi di traiettorie e witik investono letteralmente l'avversario da tutte le direzioni. Le tecniche di difesa a mani nude, contro minaccia di bastone, sono particolarmente apprezzabili per la relativa semplicità d'esecuzione, e i concetti alla base di esse decisamente aderenti alla realtà (dico questo paragonando queste tecniche ad altre proposte da altri Maestri di altri stili che a volte propongono delle vere proprie tecniche suicide...). Perché non si da il massimo punteggio a questo video, che in tutti i sensi è una produzione impeccabile? Personalmente mi sarei aspettato un video che facesse una panoramica sugli stili e le armi, conosciute dal M° Maltese (un po' come il video di Sifu Almeira), più che un video-corso su di un argomento piuttosto ristretto. Inoltre, in copertina del video, vediamo una bella guardia (?) di bastone-coltello, e nello sfondo il M° Maltese che "affonda" una stoccata alla gola dell'avversario. Nel video di queste due categorie di armi/stili non c'è nemmeno l'ombra. Pubblicità ingannevole? Esigenze artistiche di copertina? Lo avrà deciso il M° Maltese una tale cosa? Spero di no, perché il M° Maltese non ha bisogno assolutamente di questi "trucchi" per diffondere le sue validissime opere che reputo tra migliori in assoluto sul mercato. 

DIFESA PERSONALE
Tecniche di difesa accessibili a tutti

Formato: PAL EUROPA DVD

Editore: Finson

Anno di pubblicazione: 2003

Valutazione:L

Questo video meriterebbe due voti. Uno per la realizzazione tecnica/sezione didattica vera e propria, e uno per i video "simulazione vita reale" per l'introduzione dei concetti dietro alle tecniche di difesa personale. Nel primo caso il voto, a mio personale modo di vedere, è un 8/10. Ottime riprese, ben realizzate, in un ambiente ottimamente illuminato. Il Prof. Maltese inoltre si dimostra ancora una volta un professionista nella didattica e nella comunicazione. La sua è una scelta di linguaggio semplice, ma ben strutturato, e sopratutto con una cadenza lenta e chiara. L'obbiettivo è preciso: rivolgersi a coloro che sono totalmente a digiuno di Arti Marziali, e ci riesce perfettamente. Troppi sono i video in giro di sedicenti Maestri che vanno "in pallone" davanti alla telecamera, ed iniziano parlare a raffica. La sezione didattica illustra in maniera chiara e decente concetti elementari di tecniche di difesa. Ne illustra poche, ma le illustra bene. Poco, ma buono. Parliamo della sezione dei video girati "outdoor", dove si simulano vari scenari di aggressioni per poterli poi commentare didatticamente. Quanto il Prof. Maltese è pacato e misurato nella sezione didattica, qui fa vedere cose "marziane" (mi limito a questo aggettivo per il rispetto che provo per il Prof.). Situazioni fuori da ogni logica interpretate da suoi istruttori (riconoscibili nelle foto dei suoi libri) che si risolvono con tecniche che di semplice hanno solo l'apparenza. Un video sulla difesa personale per tutti e si propone come difesa da coltello una tecnica di "Mafelindo" con la sciarpa!? E se è estate? (scusate la battuta gratuita). Una tecnica articolare al polso per allontanare "lo stupratore di turno del parchetto" che ci approccia sulla panca? E scusate se rido alla frase: "Ora il rossetto è diventato un'arma letale...". S'illustrava l'uso del contenitore del rossetto come arma contundente improvvisata... Non commento gli scenari "apolittici" d'aggressione di coltello. A dire il vero più che scenari d'aggressione sono tecniche d'assassinio da strada... Nel video si dice che sono molto pericolose, ma non ne da la soluzione trovarvi scampo. Poi, esilarante la scena in cui il Prof. è rincorso da due aggressori nella piazzetta parco. Spiacente, questi video, non raggiungono lo scopo voluto. Per chi è totalmente a digiuno di tecniche di difesa mettono in testa solo concetti non corretti. Per coloro invece che hanno qualche annetto di esperienza fanno solo sorridere. Nella parte finale del video il Prof. si lancia in un monologo nelle cui parole, ancora una volta, mi riconosco d'accordo. Nuovi concetti d'insegnamento ("la tecnica la si plasma sull'individuo", "bisogna allenarsi di più con gli abiti di tutti i giorni per meglio simulare la situazione"), e riflessioni sul combattere o fuggire da un'aggressione. Ultimissimo appunto: in basso a destra sul retro della copertina del DVD c'è scritto che le immagini di copertina sono puramente indicative e non sono necessariamente presenti nel filmato. Qualche collegamento con l'appunto che feci nella recensione del video "KALI ARNIS ESCRIMA" che gli feci tre anni fa? ;-)

ADVANCED FIGHTING FOLDERS

Formato: PAL EUROPA

Editore: Paladin press

Anno di pubblicazione: 2001

Valutazione:JJ

In questo corso di due video, Michael Janich, ci offre un corso TRADIZIONALE di coltello filippino. Già, se ci si aspettava un sistema di combattimento altamente moderno e privo di influenze tradizionali, evitate proprio di acquistare i nastri. Ciò non significa che le tecniche proposte siano prive di fondamento o chissà cos'altro... Spiace solamente, che in qualità di video-corso a prova di stupido, la prima video cassetta sia dedicata all'insegnamento step-by-step del footwork filippino di base, e di una sequenza di crossada. In effetti, impiegandoci tutto quel tempo, la spiegazione di tali argomenti è ineccepibile. Il secondo video si propone di connettere un po' più di concetti  insieme arrivando alla spiegazioni delle tecniche "live" ,che vengono presentate in un mini-video girato in un magazzino, che Janich impiega per neutralizzare più aggressori insieme. Non so perché, nonostante la franchezza, senza troppe esagerazioni di queste sequenze, le trovo estremamente esilaranti...  Scherzi a parte, il video è ben fatto, spiega alla fine due concetti in croce, ma li spiega bene, e questa non è una cosa da poco. 

T.A.C.S.A.F.E.

Formato: PAL EUROPA

Editore: Paladin press

Anno di pubblicazione: 2001

Valutazione:J

Il Prof. Rick Hernandez ci propone il suo punto di vista sulle difese da coltello e da armi da fuoco, secondo la prospettiva del Kuntao e le Arti Marziali Filippine-Indonesiane. L'opera è basta su due video, il primo dedicato al coltello, il secondo da minaccia da pistola. Con questo video si consolida la "new wave" dei concetti di difesa da coltello che stanno pian piano entrando nel bagaglio del marzialista-sperimentatore. Addio vecchie parate incrociate, prese sul polso armato "alla giapponese" ecc...ecc... Ora arriva il concetto del "fluire" e "dell'adattarsi a tutti costi" alla situazione in corso. Coltellata su angolo uno, come ci difendiamo allora a mani nude da questa minaccia? A gomitate... Okay, sembra una provocazione, ma gli esercizi di sensibilità e reazione proposti dal Prof. Hernandez sono davvero belli e con la giusta dose di efficacia, disgraziate aperture a gomitate a parte. Alla fine quello che vediamo in questo video è una carrellata interessante di tecniche di Silat e Kuntao da cui si possono trarre interessantissimi spunti d'allenamento. Ma solo per quello. Il secondo video dedicato alla pistola sembra più che altro una ripresa fatta con una telecamera ferma sempre accesa e il Prof. Hernanedez che continua ad "esplodere" sempre la stessa tecnica, con molta maestria -per carità- ma senza dare concetti fondamentali. Almeno è abbastanza onesto per dire che è una situazione disperata. Ma c'era bisogno di dedicarci un intero nastro a ciò allora? ;-) 

KRAVMAGA -Defense Contre Armes Blanches-

Formato: PAL francese

Editore: Karate Bushido/Richard Douied

Anno di pubblicazione: 2001

Valutazione:LL

Il Krav Maga fa parte della “nuova onda” delle Arti Marziali che si stanno imponendo prepotentemente in Italia. Parliamoci chiaro: è un bel po’ di anni che il Krav Maga gira in Italia, ma solo in tempi molto recenti si sta assistendo ad un proliferare quasi incontrollabile di istruttori e corsi per tutti i gusti di questo sistema di combattimento. Un po’ come per le Arti Marziali Filippine alla fine degli anni novanta. Partiamo dal presupposto che ho il massimo rispetto per questo sistema di combattimento che sta diventando –in forma privata, non ufficiale- il sistema adottato da alcuni Reparti Speciali Italiani (dopo che sono già passati attraverso le Arti Marziali giapponesi e in un caso con il Wing Tsung). Purtroppo se dobbiamo però basarci su questo video per valutare il Krav Maga resteremo estremamente delusi. Il video è basato sulle tecniche (ed il relativo condizionamento per eseguirle) di difesa da attacchi di coltello.  Le tecniche sono estremamente essenziali, ma partono da troppi presupposti di base per essere minimamente efficaci in un contesto reale. Intanto, dettaglio non da poco, chi fa da aggressore si vede lontano un chilometro che non sa tenere in mano un coltello (nemmeno da allenamento come in questo video). Infatti lo trattiene per l’impugnatura molto elegantemente solo con il pollice e l’indice: davvero una bella presa salda e sicura per sferrare un attacco! Altro dettaglio di questo personaggio: in più di un’occasione per passarsi il coltello dalla mano sinistra alla destra –e viceversa- (perché logicamente vengono allenate le tecniche sia sul lato destro che sinistro) PRENDE IL COLTELLO PER LA LAMA!!! Ma questo tizio il coltello lo usa almeno per mangiare o la mamma gli taglia la bistecca prima di dargliela!? Bene, con un tizio con tale “”preparazione”” nel combattimento con il coltello, immaginatevi che razza di colpi può sferrare… Totalmente innaturali, aperti/scoperti e idioti. Ovviamente le tecniche di Krav Maga con questi carnevaleschi attacchi funzionano in maniera elegante ed efficace. Il Krav Maga è una cosa ben più seria, credo –spero!!!- e le minacce di coltello ancora di più. Non fatevi prendere in giro da certi video.

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