Navy SEALs, Delta Force, Green Berets...

Ogni anno che passa è sempre peggio. Si apre una rivista di Arti Marziali e quando si trova una pubblicità di un istruttore/maestro di qualche disciplina marziale quale Jeet Kune Do, Kali Filippino e Pencak Silat (che di solito è di moda far andare tutte e tre a braccetto), ecco che questi dichiara di aver insegnato (o di aver appreso alla perfezione) il programma di addestramento di combattimento a mani nude dei S.E.A.L.s, Rangers, Delta Force,S.W.A.T., FBI (i più colti scrivono HRT, l'unità antiterrorismo -recupero ostaggi- dell'FBI), D.E.A., Green Berets... Non si salva nessuna branca delle Forze Speciali USA. Ma alle nostre Forze Speciali non insegna nessuno? Magari che i GIS o i NOCS sono totalmente a digiuno di programmi di difesa personale? Nei loro curriculum questi istruttori/Maestri si limitano a dire in ambito italiano di aver insegnato a molti Body Guard, e a qualche agente di Polizia. E' brutto, per farsi pubblicità, attaccarsi a sedicenti nomi di spicco delle forze armate americane, che sinceramente, se uno vuole imparare a menar  le mani di brutto (per dirla chiara), non gliene frega niente dove ha insegnato/imparato tali tecniche questo tizio. Poi se notate, molto spesso, queste pubblicità chiedono "Vuoi diventare istruttore di kali, Jeet Kune ecc...?". Ma a nessuno viene in mente che qualcuno vorrebbe imparare e basta senza velleità di insegnare a a qualcuno qualcosa che ha impiegato magari 40 misere ore ad "imparare"? 

Partiamo dal presupposto che i militari non hanno nè il tempo nè la motivazione per imparare un sistema di combattimento in maniera completa e da zero. Devono imparare cose semplici, rapide e risolutive. Certo, certe arti marziali si prestano più di altre da questo punto di vista e se da questo addestramento qualche soldato abbandona il suo corpo d'appartenenza per andare in giro a fare stages e guadagnarsi da vivere è perfettamente normale. Un tipico esempio è l'-ex SEAL Frank Cucci che va in giro per il mondo ad insegnare le sue tecniche di bastone-coltello-mani nude essenzialmente basate sul Kali filippino del metodo Inosanto. I militari seguono anche loro le mode. Negli anni sessanta-settanta negli USA veniva insegnato il Karate, il Judo, il Ju Jitsu. Addirittura prima, negli anni quaranta, andava di moda il Defendu, un'arta marziale codificata dal famoso Cap. Fairbarn, che era essenzialmente un Judo con degli elementi di boxe cinese. Poi negli anni ottanta il boom delle arti marziali filippine con una strizzata d'occhio al combattimento con il coltello. Greg Walker docet. Ad essere sinceri, tra le varie conoscenze che ho, ho avuto il piacere di chiedere ad un ex-SEAL formatosi alla fine degli anni ottanta che razza di addestramento corpo a corpo avesse ricevuto. La risposta fu un laconico <<Mi hanno insegnato ad uccidere con solo due dita...>>. Forse la risposta più sincera che abbia mai sentito su quest'argomento. Tenendo conto che i SEALs, almeno negli anni ottanta, per essere accettati dovevano superare una rigorosa selezione, il più gracile di loro pesava 80Kg, con poco grasso corporeo addosso (almeno al momento della selezione). Persone così, non propriamente mansuete, non hanno bisogno di una sofisticata preparazione marziale per essere efficaci anche a mani nude. Quindi che abbiano affrontato un intero programma di Kali Filippino sembra un pò strano. Che gli abbiano insegnato qualche "trucchetto" di buon senso, può darsi. In Italia? Un pò come in tutto il mondo. Si chiama per addestrare i propri uomini chi ci da più fiducia. Ho conosciuto un noto istruttore di karate della mia città che insegna con regolarità <<alle Forze Speciali NATO di stanza in Italia>>. Il maestro di Wing Chung di un mio amico una volta al mese va a Livorno ad insegnare <<ai reparti speciali dei Carabinieri>>. Però questi de tizi non hanno mai impegnato la pagina di una rivista per scrivere SEALs, FBI, DEA... Almeno loro rimangono e si fanno conoscere in Italia. Ma cosa insegnano a questi professionisti della guerra? Il mio istruttore di Koredas ha collaborato con il Maestro Oliver Bersabal ad un turno di addestramento dei GIGN francesi. Essenzialmente, ha detto, in due settimane hanno insegnato tecniche semplici di difesa da attacchi di bastone e di coltello. L'imperativo imposto è che dovessero insegnare tecniche di controllo e non di attacco. Tradotto: dovevano insegnare alla gendarmeria francese a non uccidere i propri assalitori e ad ammanettarli. Questo è davvero difficile, perchè molto più facile ferire gravemente una persona che controllarla ed ammanettarla senza neanche lussarle una spalla. Per il mani nude i GIGN fanno molto affidamento al sistema di combattimento israeliano Krav-Maga.

La bibliografia di ex-istruttori militari americani che dicono la loro sull'argomento è praticamente infinita. Tecniche a mani nude, di bastone singolo o doppio, di coltello, baionetta inastata sul fucile... Ma davvero un soldato delle Forze Speciali sa tutte queste tecniche? Anche qui gli italiani latitano, eppure abbiamo soldati in gamba nel nostro paese, non capisco perchè nessuno ex istruttore di combattimento corpo a corpo non si mette a scrivere un manuale tecnico o a fare un bel video. Mi piace pensare che non lo fanno perchè sono persone serie. Un po' come quel sottufficiale della Marina Italiana che era istruttore di combattimento a mani nude degli Incursori di Marina (i nostri SEALs, insomma) che aveva una solidissima base di Ju Jitsu, ma praticamente insegnava ai suoi soldati a muoversi in fretta e far male sul serio al primo colpo, ma che ha solo sentito nominare i vocaboli come Jeet Kune Doo o Kali.

La mia esperienza personale, che non sono un bel niente a livello di riconoscimento tecnico ufficiale, è qualche lezione alla Polizia Municipale della mia zona (che poveracci si possono trovare spesso in situazioni che possono portare allo scontro fisico), e alle guardie carcerarie della città. I primi erano il ritratto della demotivazione totale, ma con un barlume di applicazione (ma in tre giorni cosa vuoi imparare?), i secondi, dopo essersi passati TUTTI gli istruttori di Judo, Aikido, Ju Jitsu, Karate della città  e provincia, erano ancora più demotivati, tranne quando si tirava fuori il coltello, ma che per ovvi motivi si è affrontato poco. In carcere si spera che i detenuti non girino armati di coltello, e in tal caso ho sempre consigliato di usare la Beretta di ordinanza, poi perquisirli meglio. Con i poliziotti invece totale muro di indifferenza. Se c'è da menare applicano sempre la regola del tre contro uno. Tre poliziotti con una persona. Carabinieri? Ancora peggio. Fatte le solite eccezioni di elementi isolati appartenenti alle forze dell'ordine che hanno delle ottime basi di marzialisti, la stragrande maggioranza di essi fa troppo affidamento sull'uniforme, i propri muscoli (chi li ha), e sulla fortuna. Ogni tanto si legge sul giornale locale di qualche poliziotto ben massacrato di botte da qualche ubriaco: e per fortuna che la pistola ce l'hanno assicurata alla cintura con il cavo! Altrimenti quante Beretta 9X19 in mano alle mani sbagliate. Mi chiedo: ma come mai tutti questi istruttori che si sono fatti le ossa oltreoceano addestrando i professionisti più duri dell'esercito americano non sono in grado di proporre a livello nazionale un corso fatto bene e completo per le nostre forze di polizia?  E' innegabile pensare che non potrebbe che aumentare la sicurezza e l'efficienza del singolo elemento... Ma come suonerebbe come pubblicità su di una rivista <<Istruttore qualificato di difesa personale di Carabinieri e Guardia di Finanza...>>?

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