STORIA DELLE FILIPPINE
Repubblica delle Filippine
Republika ñg Pilipinas
Popolazione: Abitanti: 79.345.812 *
Densità: 264 abitanti per Km2
Gruppi etnici: Larga maggiornaza Malesi; minoranze Cinesi, Americane, Spagnole.
Lingue: Filippino (basato sul Tagalog) e inglese, entrambe lingue ufficiali.
Religioni: Cattolica 83%, Protestante 9%, Musulmana 5%.
* Dati aggiornati al 1999.
Storia delle Arti Marziali Filippine
(basato sul libro
"Filipino Martial Art Culture"
di Mark V. Wiley)
Introduzione
"Le informazioni sulle Arti Marziali Filippine sono insufficienti, non accurate e virtualmente inaccessibili ai non iniziati. Mentre le ben meglio conosciute arti marziali cinesi e giapponesi sono oggetto di numerosi libri e pubblicazioni, semplicemente non cè nulla di comparabile nelle arti marziali Filippine. Oltretutto i pochi libri disponibili sullargomento hanno avuto pochissima pubblicità, e sono di relativa scarsa qualità, e di conseguenza vanno fuori produzione in fretta. Per quelli che invece rimangono in circolazione spesso riportano informazioni non affidabili."
Con queste parole lautore del libro "Filipino martial culture", Mark V. Wiley, vuole comunicarci la difficoltà che si incontra quando vogliamo tentare di ritrovare le origini storiche della cultura marziale filippina. Gli appunti che seguono sono il riassunto del libro di Wiley che è a tuttoggi lopera più completa su questargomento.
Il periodo preistorico
Sin dai tempi preistorici molti nomi sono stati utilizzati per indicare larcipelago delle Filippine. Di particolare interesse è la teoria di Pedro A. Paterno secondo la quale questa catena di isole del Pacifico fu lantica terra di Ophir, il luogo dove re Salomone estrasse gran parte del suo oro. Il capitano Juan Martinez, mentre era agli ordini di Miguel Lopez de Legaspi, teorizzò che le Filippine era parte di Maniolas - descritte dal geografo greco Tolomeo nel suo libro Geographia. Tuttavia fu Ferdinando Magellano, nel suo primo approdo in questo arcipelago nel 1521, a dar il nome ufficiale di Arcipelago di San Lazzaro, in quanto il giorno della scoperta era dedicato a quel santo. Il nome resistette fino alla metà del 1600 quando Fray Ruy Lopez de Villalobos ribattezzò le isole Las Felipinas, in onore del principe Filippo II di Spagna.
I filippini sono di razza affine agli indonesiani, malesi e polinesiani, e sono divisi in svariati gruppi etnici: i Tagalos, i Llokanos, i Pampanguenos, Pangasinas e i Bicolanos, tutti dellisola di Luzon; i cebuanos a Llongos sono dellisola di Visayas; e i Waray-waray di Visayas, Leyte e Samar. In aggiunta ci sono i mussulmani Maranao di Mindanao e Palawan, i mussulmani Maguindanao sempre di Mindanao e tre tribù mussulmane dellarcipelago di Sulu: i Tausug, Samal e Badjao. Inoltre ci sono numerosi altri gruppi etnici di minore consistenza allinterno dellarcipelago come i Ifugao, gli Igorots e i Kalinga, per citarne alcune.
I Primi Abitanti
Le testimonianza archeologiche indicano che approssimativamente 500.000 anni fa le calotte polari si sono formate ai poli aumentando così il livello globale del mare. Quando le acque finalmente si ritirarono, alcuni lembi di terra emersero collegando lAsia con alcune isole dellarcipelago delle Filippine. Questo ponte naturale si suppone che sia resistito per circa 40.000 anni, permettendo a varie specie animali di raggiungere le isole e stabilirvisi. Tra gli studiosi di antropologia filippina ci sono due ipotesi opposte riguardo la colonizzazione umana dellarcipelago. Negli anni 40 H. Otley Beyer ipotizzò la teoria migratoria che asseriva che le isole filippine sono state oggetto di successive ondate di colonizzazione da parte di varie culture, di diverso livello di civiltà ed etnia. Così si suppone che dal 25000 al 30.000 A.C. la razza Aito (Negrito) con caratteristiche di bassa statura, pelle olivastra e capelli ricci -simili ai Pigmei- migrarono dallAsia centrale e arrivarono nelle filippine attraverso le lingue di terra sopraccitate. Gli Aeta hanno il merito di aver introdotto nellarcipelago luso dellarco e frecce e della cerbottana. Attualmente i loro discendenti possono essere identificati negli abitanti delle regioni montuose di Luzon e Mindanao: i Visayas. Beyer attribuì a successive due ondate di popoli colonizzatori come Indonesiani di tipo A e di tipo B. La loro culture si pensa che fosse molto più avanzata degli Aeta costringendo questi ultimi a relegarsi nelle regioni montuose. Gli Indonesiani A furono a loro volta spinti nellinterno della regione dagli Indonesiani B che occuparono le coste. Questi eventi si fanno risalire dal 5000 al 3500 A.C. La cultura indonesiana ha introdotto luso di armi bianche e di daghe di pietra, delle lance con punta di pietra e dello scudo. Queste popolazioni erano gli antenati degli attuali Kalings, Gadang, Isnegs, Mangyans, Tagbanus, Manobos e Samals. Finalmente, dal 200 A.C. circa, fino alla metà del 1500 tra successive afflussi di malesi importatoro luso delle daghe, spade e lance in metallo. Questi popoli cacciatori-guerrieri divennero i progenitori dei Bontok Igorot, llongot e Tingguisan del nord di Luzon. La seconda sequenza migratoria vi fu approssimativamente dal 100 A.C. al 1400 D.C. e fu responsabile dellintroduzione dellalfabeto Visayan Baybayin nelle Filippine. Questa sequenza di eventi appena riportata è però oggetto di critiche in quanto non esistono sufficienti prove archeologiche che provino con esattezza la sequenza delle ondate migratorie.
Partendo invece dalle testimonianze dei resti archeologici si può affermare che le Filippine erano abitate nella valle del Tabuk, Kalinga e Cagayan da popolazioni che avevano prodotto semplici utensili di pietra databili ad al meno 500.000 anni fa. Questi oggetti possono essere comparati a quelli trovati nellisola di Giava prodotti da una razza ominide affine allHomo Erectus. Altri studi archeologici fanno supporre con sicurezza che gli antenati degli attuali filippini erano Malesi. Le influenze esterne di diverse culture su queste isole si sono intensificati tra il 500 A.C. ed il 900 D.C. Quando i sistemi di trasporto marittimo delle popolazioni dellAsia vicine riuscirono a raggiungerle in maniera costante. Con i secoli sono iniziati contatti frequenti con indiani e cinesi che sicuramente hanno modificato la cultura delle popolazioni autoctone filippine. E nel periodo della dinastia Tang (618-906 D.C.) che si pensa che i cinesi abbiamo introdotto nellarcipelago il sistema di combattimento Kun-Tao in segno di rispetto e buone relazioni insegnandolo alle famiglie regnanti nelle filippine. La pratica del Kun-Tao è stata mantenuta tra i Samal Tausug con il nome di Langka-Kuntaw. Inoltre nel 977 D.C. lisola filippina di Mindoro (Mai in cinese) fu adibita a luogo dospitalità per i mercanti cinesi. Attualmente la maggior parte della popolazione di etnia cinese delle filippine vive nellisola di Luzon.
In ogni caso non si può provare la reale progressione degli eventi culturali-etnici nelle Filippine; possiamo solo affermare che ci sono state notevoli contatti con la Malesia, Indonesia e Cina. Ne consegue che non cè una singola fonte delle arti marziali filippine, ma almeno tre. E però importante mantenere il concetto che le arti marziali filippine, per quanto non originali, sono un antico prodotto delle popolazioni dellarcipelago che le hanno sviluppate nel tempo e nello spazio. Quindi avremo levoluzione di questi sistemi di combattimento a seconda della zona dellarcipelago e delletnia in esso stabilita. Possiamo individuare tre grandi regioni di "sviluppo marziale": Luzon, Visayas e Mindanao.
Lintroduzione dellIslam
Insieme al trapianto dellarte marziale Malese avvenne anche quello della religione mussulmana. La religione mussulmana può essersi infiltrata dallarcipelago di Sulu e Mindanao agli inizi del tredicesimo secolo. La prima prova di presenza islamica nelle Filippine è data da una lapide di un commerciante-missionario, nella regione di Indanan dellisola di Sulu. Essa porta la data "710 AH", che nel calendario mussulmano significa lanno 1270 D.C. Dallanno 1380 in poi si hanno prove certe di diffusione dellIslam in tutta Mindanao e Sulu. La tradizione di Mindanao ci riporta come avvenne il contatto con la religione mussulmana. Tale Sharif Kabungsuwan, un nobiluomo e leader religioso malese, incominciò un viaggio con una lunga schiera di adepti. Una volta in mare aperto una burrasca disperde le varie navi della flotta. Sharif approda casualmente nellisola di Sulu e porto la religione islamica ai nativi Samal. Da qui si sparse per tutta la regione prendendo le popolazioni Matampay, Slangan, Simway e Kapitan. Attraverso i viaggi commerciali di Sharif ul-Hasim Abubakr, lIslam divenne estremamente radicato in tutto larcipelago di Sulu nel 1450. LIslam si sparse per tutte le Filippine, diventando particolarmente forte nel sud di esse, e si era appena stabilito anche nel nord quando gli spagnoli arrivarono nel 1521.
Il periodo coloniale
Nel 1800 Don Baltazar scrisse De Los Delitos nel quale afferma che fu merito di Datu Mangal lintroduzione del Kali nellisola di Mactan, e più tardi di Sri Bataugong con il suo figlio Sri Bantug daverla importata nellisola di Cebu. Le continue scaramucce con le isole vicine portarono il figlio di Magal, Rajah Lapulapu (conosciuto anche come Tanday Lupalupa) a sviluppare un sistema di combattimento detto Pangamut. Stando al Gonzales, il Pangamut si basava su sei attacchi (alla testa, petto e ai reni, sul lato destro e sinistro) e due stoccate (al viso e alla regione addominale). Proprio nel mezzo di una guerra tra Lapulapu e Rajah Humabon i primi commercianti spagnoli fecero la loro apparizione nellarcipelago filippino. Il metodo spagnolo delluso della spada e della daga fu per la prima volta mostrato ai filippini nel 1521 con il navigatore italiano, che era al soldo della corte di Spagna, Ferdinando Magellano. Magellano, che era in una rotta occidentale per il Pacifico, fu ucciso poco dopo il suo arrivo nella battaglia di Mactan. Antonio Pigafeta, lo storico al seguito della spedizione di Magellano, con la sua opera "I Viaggi di Magellano", è la prima testimonianza occidentale della storia delle arti marziali filippine. La storia di questi eventi può essere riassunta come segue:
Sabato 17 marzo 1521 la spedizione di Magellano incontrò un arcipelago sconosciuto e approdò sulle coste di unisola che ora è conosciuta come Samar. Il giorno dopo venne in contatto con Rajah Humabon e con Rajah Kolambu rispettivamente capo dellisola di Samar e di Cebu. Magellano li convertì al cattolicesimo e strinse con essi unalleanza. Rajah Humabon che, ansioso di avere vantaggi da questa situazione, convinse Magellano ad aiutarlo a conquistare lisola di Mactan il 26 di aprile e questultimo la offrirebbe al Rajah come segno di amicizia. Ma i guerrieri di Lapulapu (i mandirigma) armati di kampilan (spada a due fili), sibat (lancia), sinugba sa apoy (bastoni temprati al fuoco) e kalasag (scudi) respinsero gli invasori, uccidendo sulla spiaggia Magellano.
La Spagna mandò altre tre spedizioni in quella regione del Pacifico, tra il 1525 ed il 1542, ma tutte senza successo di colonizzare permanentemente le Filippine. Solo nel 1565 Miguel Lopez de Legaspi riusci a stabilire una presenza spagnola forte nelle Filippine attraverso un approccio religioso. Infatti, piuttosto che ripetere lerrore delle precedenti spedizioni di tentare di assoggettare le popolazioni con la forza, preferì entrare nella loro cultura guadagnandosi prima la loro fiducia attraverso il rispetto della loro cultura, quindi convertendoli al Cattolicesimo. Questo avvenne con le popolazioni sotto il comando di Rajah Sikutana dellisola di Bohol. Lagaspi quindi passò allisola di Cebu. Però, in questo caso, le popolazioni autoctone con ancora presenti le azioni di Magellano, si prepararono alla battaglia. Gli uomini di Legaspi erano però meglio armati ed equipaggiati e conquistarono lisola senza troppi sforzi, ribattezzando lisola Villa San Miguel. Sfortunatamente linsediamento durò poco in quanto era continuo oggetto di scorribande di guerrieri dellisola di Cebuano. Tra il 1568 ed il 1571 Lagaspi conquista ciò che diventerà lattuale Manila e forma una cittadella fortificata ritenuta impenetrabile. Da quel momento sempre nuovi coloni dalla Spagna si riversano nelle Filippine. La cittadella subirà varie minacce dai pirati cinesi e da quelli giapponesi. Questi eventi bellici furono eventi importantissimi nello sviluppo delle arti marziali filippine. Per la prima volta i filippini dovettero misurarsi con le tecniche di lotta a mano nuda dei cinesi e del maneggio di spada giapponese, nonché fu la prima volta che spagnoli e filippini combattevano dalla stessa parte.
Nel 1764 il governatore Salazar proibì alla popolazione filippina tutti i tipi armi da taglio, fu così che i bastoni di legno vennero introdotti come arma. Il termina Esgrima, poi diventato Escrima, è stato coniato proprio dagli spagnoli che assistevano ai duelli di bastone tra filippini. Nella seconda metà del 1800 fu introdotto il termine Arnes de mano che identificava gli ornamenti degli attori filippini impegnati in rappresentazioni di propaganda del Cristianesimo nei contrapposto allIslam (dette Komedya). A tutti gli effetti le coreografie di queste cerimonie occultavano agli occhi degli spagnoli le tecniche di combattimento del Kali, mimetizzate come passi di danza.
Josè Rizal e la rivoluzione contro la dominazione spagnola e americana
Intanto linfluenza gesuita nelle filippine si faceva sempre più sentire.Don Josè de Azes dirigeva, in uno di questi istituti, una scuola di scherma spagnola e di Escrima filippina, chiamata Casa delle Armi (Tanghalan ng Sandat) dove i futuri leader della imminente rivoluzione andavano ad addestrarsi. Uno di questi fu Josè Rizal. Diplomato alla scuola gesuita viaggiò anche in Europa per studio e per denunciare loppressione delle Filippina da parte degli spagnoli. Tornato in patria organizzò la Lega Filippina, ma venne arrestato per questo e mandato in esilio sullisola di Zamboanga e fucilato nel 1896. Rizal divenne la figura ispiratrice della rivoluzione "sotterranea" contro la dominazione spagnola. Nel 1898 una disputa territoriale nelle acque cubane tra Stati Uniti e Spagna portò ad una guerra che portò alla vittoria dei primi, i quali pretesero come bottino di guerra il potere nelle Filippine. Per la loro posizione era unavanguardia strategica per gli Stati Uniti nellAsia. Nel 1899 iniziò il primo conflitto filippino-americano. I filippini ancora una volta si dimostrarono guerrieri coraggiosi e temibili. Nonostante il divario a livello di armi (armi da fuoco contro armi bianche) gli Americani erano terrorizzati da queste guerrieri che per sopportare il sanguinamento provocato dalle ferite da arma da fuoco si fasciavano in strettissime strisce di cuoio e il più delle volte riuscivano ad uccidere nonostante fossero stati ripetutamente colpiti. E in questo periodo che i Marines americani vengono soprannominati "Colli di Cuoio" per lusanza di portare massicci collari di cuoio in pattuglia per evitare di venire sgozzati negli agguati tesi dai filippini. Inoltre, per affrontare limpeto inarrestabile dei filippini, venne introdotta la pistola automatica Colt Governement in calibro .45, dal potentissimo potere darresto. Tuttavia gli americani ebbero la meglio e mantennero la loro influenza per 44 anni circa. Numerosi furono gli scontro con i mussulmani Moros del sud dellarcipelago che per tutto il tempo della dominazione americana rappresentarono un polo dinstabilità nella regione. Solo durante la seconda guerra mondiale i Moros si unirono ai filippini del nord per combattere un nemico comune: i giapponesi, che invasero le Filippine nel 1941. Alle unità americane vennero affiancate unità esclusivamente filippine, come i Bolo Battalions, soldati filippini esperti di combattimento nella giungla e allarma bianca. Una curiosità: è in questo periodo che viene inventato il "coltello a farfalla", detto Balisong, inventato da un artigiano filippino la tradizione lo identifica in Perfecto de Leon- che ricavò le parti di questi particolari coltelli (manici e lama) dallottimo acciaio usato nelle balestre delle sospensioni delle Willys Jeep americane. Nel 1946 venne fondata la Repubblica Filippina, ma questo non portò nessun vantaggio alla stabilità dellarcipelago che a tuttoggi scontri tra il nord ed il sud per motivi politico, religiosi e territoriali continuano a consumarsi.
La diffusione del Kali nel nostro secolo
Il sistema di combattimento filippino è sempre stato insegnato ai guerrieri allinterno dei singoli villaggi. In queste "scuole" chiamate Bothoan il giovane guerriero riceveva uneducazione completa: lettura, scrittura e larte di difendere il proprio villaggio. Listruttore era un parente stretto: il padre, lo zio, il nonno. Il concetto di maestro che abbiamo oggi non era applicabile a chi insegnava il Kali allinterno di queste comunità. Più che altro era la trasmissione di nozioni da parte di chi in prima persona aveva combattuto ed era sopravvissuto, e quindi in grado dire cosa funzionava e cosa no in una vera battaglia. Era lArte della Sopravvivenza per eccellenza. Il primo segnale di mutazione nellinsegnamento del Kali si a Cebu negli anni venti dove il Guro (maestro, nel Kali filippino) Venacio "Anciong" Bacon fondatore del metodo Balintawak- apre la prima scuola a pagamento di Kali: la Labangon Fencing Club. Verso gli anni trenta ecco che vengono organizzati i primi scontri pubblicizzati di Kali, sollevando molte polemiche in quanto il Kali era sempre stato considerato unarma segreta contro gli oppressori delle Filippine. Fino agli anni cinquanta la pratica del Kali a livello pubblico, in tornei ed associazioni rimane circoscritta nelle Filippine.