TECNICHE DI COMBATTIMENTO CON IL COLTELLO
TECNICHE DI COLTELLO CONTRO COLTELLO
TECNICHE MANI NUDE CONTRO COLTELLO
ERRORI TIPICI NELLE PARATE E RELATIVE CORREZIONI
ARNIS KOREDAS OBRA MANO E TECNICHE DI COLTELLO
SILAT E TECNICHE DI COLTELLO
TECNICHE DI APERTURA COLTELLI "TATTICI"
E' intuitivo che il combattimento con il coltello è una disciplina letale, non semplice da padroneggiare (preferirei il termine più veritiero "impossibile") e il cui allenamento è piuttosto difficile. Direi di iniziare a spiegare le cose proprio dall'ultimo punto, che si può riassumere come segue: possiamo diventare dei maestri nell'uso del coltello di gomma (tipico da allenamento) in palestra e venir benissimo ammazzati dal primo fesso con un coltello da cucina che non ha mai fatto un solo minuto d'allenamento in vita sua. Come in tutte le arti marziali l'allenamento è fondamentale, e la relativa tecnica sviluppata d questo allenamento fa la differenza tra la vita e la morte, giusto? Per con i coltelli si estremizzano dei concetti già noti nell'applicazione "reale" delle arti marziali. Mi spiego. Se siamo dei bravissimi marzialisti a mani nude e ci ritroviamo purtroppo ad usare le tecniche apprese per strada, prima di tutto ci accorgiamo che per strada l'avversario non è come "conciliante" come il nostro compagno di palestra. Dite quel che volete su questo fatto: ma partendo dal principio che in palestra si cerca di non farsi male (come è giusto che sia), non state simulando al 100% la realtà. Allora per supplire alla mancanza di "collaborazione" da parte dell'avversario si fa appello alla cosiddetta "forza bruta", quindi se siete più forti del vostro avversario vi va anche bene, se non lo siete è un problema. Queste problematiche, in uno scontro che coinvolge l'uso di lame, sono moltiplicate per un fattore X, dove X è la vostra mancanza di fortuna. Scherzi a parte il combattimento con il coltello non ammette troppi errori ed accetta tanta fortuna. State lontani dai libri/video che vi dicono "L'avversario attacca così... Noi rispondiamo così, così e così...". Non si può applicare per nulla con il coltello. A parte il fatto che se incontrate uno che sa davvero il fatto suo di coltello non glielo vedrete in mano finché buona parte della lama sia già conficcata nel vostro addome/gola/reni. In questi casi, quando si ha a che fare con gente che usa il coltello "di nascosto" praticamente non esiste difesa, se non un'allerta mentale straordinaria.
Tecniche a parte, di cui esistono tonnellate di libri e video, posso solo dirvi che tipo di allenamento seguire per sviluppare i riflessi necessari per sostenere uno scontro con lame.
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Sparring con coltelli d'allenamento: Prendete due coltelli di gomma rigida, di legno, plastica, e DATEVELE con stile con il vostro partner d'allenamento. Sperimentate, ponetevi domande, create situazioni. Ricordatevi di sperimentare l'uso di calci con bersagli la tibia del vostro avversario: sono efficacissimi durante un duello con il coltello.Si otterrà ciò che tutti i maggiori istruttori di coltello chiamano "spazzatura marziale". Perché? Perché in uno scontro reale NON tirerete MAI di scherma con un avversario armato di coltello, o almeno, non più di sette secondi. Il limite massimo fissato dalla raccolta statistica di combattimenti con il coltello è di un massimo di SETTE secondi di confronto. Poi uno dei due deve cadere ferito. Tornando al nostro bel allenamento con i coltelli finti possiamo solo dire che tale attività è sicuramente utile per la coordinazione dell'equilibrio, attività occhio-mano, fiato... Ed è divertente, perché no? C'è gente in America che PAGA per queste fesserie! Inutile dire che tale attività procura ecchimosi, tagli, abrasioni... OBBLIGATORIO L'USO DI OCCHIALI DI PROTEZIONE IN PLASTICA PER GLI OCCHI! Para-stinchi in plastica consigliati. |
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Sparring con i coltelli veri: Qui si va già sul "complicato". Fatelo SOLTANTO SOTTO LA SUPERVISIONE DI QUALCUNO PIÙ ESPERTO DI VOI! E dopo che avete raggiunto una certa esperienza, disciplina e sicurezza nel maneggio dei coltelli. Qui bisogna andare a rallentatore, e questa attività serve per far crescere la consapevolezza della pericolosità delle lame a corta distanza. In pratica è una sequenza di tagli, stoccate continue, dove si una la mano viva per deviare la mano armata dell'avversario e intanto si contrattacca. Gesti ampi, per evitare di tagliarvi gli avambracci più del dovuto. Nella realtà i movimenti sono ovviamente più stretti e veloci. Osservate il video. Studiate l'avversario, provate i cambi d'impugnatura, osservate tutto l'insieme delle cose non concentratevi su nulla. |
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Simulazione di tecniche singole: Lo fanno tutti, lo facciamo anche noi. Il vostro partner vi tira la classica coltellata dall'alto con presa a "rompighiaccio" e voi fate qualcosa di sensato. Magari scansarvi, prima di tutto. Qui non me la sento di dire nemmeno una tecnica perché basta che andiate nella sezione recensioni e sceglietevi il libro che più vi piace sulle tecniche singole di coltello. L'allenamento potrebbe procedere sempre con i nostri coltelli di gomma. Anche qui sperimentate, immaginate situazioni (cercate comunque di essere realistici) ecc...ecc... Uno spunto di allenamento potrebbe essere la difesa la stoccata all'addome e relativa difesa a velocità reale. Qui vediamo che si esegue la cosiddetta "military stab". Si devia la mano armata dell'avversario lanciata verso il nostro addome con la lama del nostro coltello, mentre contemporaneamente ci spostiamo su lato per spostare il nostro corpo fuori dalla linea del bersaglio, quindi s'intrappola il braccio armato e si procede a nostra volta con una stoccata violenta all'addome dell'avversario coinvolgendo i muscoli della gambe, anche braccio e spalle. Video. Questa tecnica ha molti punti di forza, ma anche tanti difetti, tra cui che l'avversario potrebbe intercettare la nostra stoccata al suo addome con la sua "mano viva" libera, in questi casi si lavora di velocità e di fantasia. Abbiamo ancora delle gambe libere per dargli dei calci, una testa per rompergli il naso ecc...ecc... In questi casi chi è fisicamente più forte di solito ci salta fuori. Crudo e triste da dire, ma vero. |
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Lotta a terra con coltelli: Di tutti i libri che ho letto sulla possibilità che uno scontro con coltello finisca con una rissa furibonda sul pavimento con i due avversari avvinghiati con i reciproci coltelli in mano in una situazione di pseudo-equilibrio momentaneo, solo uno ne parla apertamente: "Military Knife Combat" del solito Hock Hochheim. E ha ragione! Nascondere la possibilità che un "duello" di coltello non possa finire con una bella lotta a terra, significa che della dura realtà del combattimento corpo a corpo non si è capito un bel niente. Se fate bene lo sparring con i coltelli ve ne accorgerete! E' istintivo tentare di buttare a terra l'avversario. E a terra c'è poco da dire, anche qui la mera forza muscolare SIGNIFICA molto. Avvantaggiati chi si destreggia con il Judo, il Ju Jitsu brasiliano e la lotta greco-romana. Tutta gente che "a volte" in gara dimentica la "tecnica" e sfodera la pura forza muscolare. Non ci sono tecniche particolari in queste situazioni, ma sono solo da provare e riprovare. Nel citato libro "Military Knife Combat" l'autore illustra qualche sequenza "ideale" di combattimento a terra con i coltelli, ma l'analisi delle foto fa trasparire in tutta la sua drammaticità la difficoltà della situazione. Provare per credere! Con il giusto spirito è anche divertente. Ci "cadiamo" dentro anche noi ed illustreremo due tecniche "complesse" di combattimento con il coltello partendo dal classico attacco di stoccata alla regione addominale. Chi si difende impugna il coltello in "reverse grip" o a "rompighiaccio", chi attacca con l'intenzione di colpirci l'addome impugna il coltello con presa "dritta filippina". Il primo movimento spontaneo da fare è togliere il corpo dalla traiettoria rettilinea dell'arma. Il movimento sarà un assorbimento a sinistra (consultare la pagina relativa al footwork per la spiegazione dettagliata del termine). Con la lama della nostra arma "aiutiamo" il polso dell'avversario a starci lontano dal nostro addome. Osservare la foto 1A.
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Ora abbiamo un'altra tecnica per difendersi sempre dallo
stesso attacco al ventre, ma introducendo concetti leggermente diversi.
IL colpo viene sempre deviato usando la nostra arma sempre verso
l'esterno, è importantissimo, contemporaneamente a questa azione di parata,
guadagnare più spazio possibile tra la punta del coltello avversario ed il no
stro ventre spostando indietro e lateralmente il nostro bacino (1B).
Quindi si procede a quello che viene chiamato controllo dinamico (2B),
ovvero senza mai staccare la lama dal polso dell'avversario gli si fa sollevare il
polso naturalmente mantenendo così il controllo dei suoi movimenti, questo solo però se
il movimento è preciso e deciso. Intanto con la mano viva andiamo ad afferrare
la mano armata dell'avversario assicurando (3B) così ogni
eventuale sua reazione. Notare il movimento di lama che chi si difende deve eseguire il
sul polso armato dell'avversario. Compie una rotazione in senso orario di circa 270°,
sempre mantenendo la lama sul polso.
Continuando a mantenere una salda presa sulla mano armata la tecnica si conclude con un taglio nella zona del viso dell'avversario (4B).
Ora, invece, con un piccolo video illustreremo due tecniche
semplici e risolutive per difendersi da attacchi di taglio portati al collo (angolo
d'attacco 1, per intenderci). Prima di tutti ci di difende bloccando il braccio armato con
la nostra lama e immediatamente dopo con la nostra mano viva. Oseervate le
piccole differenze tra una tecnica e l'altra. Essenzialmente sono molto simili, parata,
taglio del braccio armato e stoccata al collo. La differenza è nell'uscita. Nella prima
è un'uscita pulita a sinistra, nella seconda una "passata sotto"
tagliando. Osservate il video. Quando si tratta di
combattimneto con due armi "lunghe", quali machete, bolo e kukri ecc...ecc...
I concetti sono simili, ma è il caso di sfruttare al massimo il vantaggio che possiamo combattere in Larga Mano (ovvero la
distanza di combattimento massima tra due contendenti che è data dalla lunghezza massima
dell'arma impugnata). E' essenziale in questi casi applicare al massimo la regola del
"rompere il dente al serpente".
Questa situazione è alquanto "antipatica" da gestire. In altre sezione di questo sito discuto le varie problematiche relative a questo tipo confronto. Prima di tutto partite dal concetto che non siete Superman, e che anche se siete minacciati da un tizio che pesa venti chili meno di voi è lo stesso problema serio, tutto il resto viene da sè. Soliti sacrosanti principi: togliere il proprio corpo dalla linea della traiettoria della lama. Ecco che il footwork ci viene molto in aiuto in questi casi. Analizziamo ora due casi di difesa a mani nude da attacchi di stoccata diretti al ventre. Prima di tutto sconsiglio vivamente le tecniche che suggeriscono di deviare e poi afferrare con entrambe le mani la mano armata dell'aggressore. Ci vuole molto tempismo e una discreta forza fisica perché sia davvero efficace.
Prima di tutto togliamo il corpo dalla linea di minaccia della lama e
con l'avambraccio destro assicuriamo di tenere a distanza il braccio armato (1C).
La mano viva è tenuta pronta per intervenire se il braccio armato "sotto
controllo" dovesse recuperare e deviare verso il
nostro viso.Ora
ammorbidiamo l'avversario con un colpo a mano aperta al viso. Ad essere sinceri la
deviazione ed il colpo al viso dovrebbero essere quasi contemporanei (2C).Quindi
proseguiamo con un'azione contemporanea delle braccia (3C). La
mano destra solleva e controlla la mano sinistra, a taglio, colpisce
violentemente l'articolazione del gomito armato dell'avversario.
Tale colpo dev'essere così deciso ed efficace da far
scattare l'avambraccio armato verticalmente, evitando che possa prendere altre traiettorie (tipo verso il nostro viso/busto).
Ora chiudiamo con una classica presa "a croce" che sa molto di "giapponese";-).
Ginocchiate ripetute al busto/viso dell'avversario (4C).
Inutile dire che questa tecnica dev'essere eseguita molto velocemente se vogliamo
che sia efficace.
Altra tecnica per affrontare lo stesso attacco, molto simile,
ma con un concetto diverso nella chiusura.L'apertura è sempre la
stessa, assorbimento esterno della stoccata, braccio destro che allontana il braccio
armato, però s'aggiunge un fendente di mano alla gola
contemporaneo
(1D). Si prosegue con la tecnica di "forbice al braccio
dell'avversario" come nella precedente tecnica (2D). Ora la
tecnica si differisce dalla precedente per l'opzione "letale". Dato l'impulso
dinamico impresso al braccio armato con la "forbice", è possibile a questo
punto prendere controllo dell'arma afferrando la mano armata dell'avversario e guidarla
con decisione verso la zona della sua testa (3D). Se questa
tecnica per qualche motivo non dovesse riuscire, oppure si decide per il non ferire
gravemente
l'avversario
si opta per piegarli il braccio armato oltre la spalla e colpirlo contemporaneamente al
viso con una tecnica percuotente a palmo aperto (4D).
ERRORI TIPICI NELLE PARATE E RELATIVE CORREZIONI
Immaginiamo ora l'attacco dall'alto con presa a
"rompighiaccio", il tipico "aggredisco la gente nella doccia nel film
Psycho" ;-). Qui le arti marziali tradizionali sfoderano le tecniche più disparate
per difendersi da questo attacco, piuttosto comune ed istintivo a dire il vero. A volte,
come nella maggior parte dei fendenti di coltelli, la cosa migliore è stare a distanza ed
"aspettare" che il colpo abbia esaurito energia cinetica fuori bersaglio.
Partiamo sempre dal sacrosanto concetto di uscire esternamente
dall'attacco controllando con le mani il braccio armato dell'avversario (1E).
Notare che il corpo di chi si difende è totalmente fuori dalla linea di minaccia
della lama.Ora si procede alla classica "accompagnata" verso il basso della
punta della lama, per far esaurire la potenza del colpo (2E). E'
qui che l'errore scaturisce. Infatti se il nostro avversario è un minimo pratico di
maneggio del coltello avvertirà immediatamente la possibilità di deviare la sua forza da
verticale a laterale colpendoci all'addome o addirittura nelle vicinanza dell'arteria
femorale (3E). Analizzando la situazione questa possibilità è
possibile per il nostro avversario per svariati motivi tra cui: presenza del bersaglio non
protetto, capacità di piegarsi sulle gambe per dare potenza al colpo.
Per evitare ciò appena abbiamo intercettato il colpo (1E)
piazziamo immediatamente una poderosa ginocchiata nella zona del muscolo pettorale destro
dell'avversario (4E). Con questa azione otteniamo due importanti
scopi: facciamo male all'avversario e blocchiamo la sua energia fisica/emotiva, togliamo
di mezzo/copriamo un potenziale bersaglio molto pagante (l'interno delle gambe e
l'addome). Una nota obbligata: per essere efficace questa sequenza dev'essere eseguita fluidamente,
senza le tipiche "interruzioni" di quelli che hanno imparato imparato ad
eseguire le tecniche scandendo i movimenti con dei passaggi "1...2...3...". Si
spezza solo l'azione così, dando tempo all'avversario di organizzarsi mentalmente e
fisicamente. Se dovete scandire questa tecnica con dei numeri immaginatela come un unico
"UUUNNNOOOOOOO". Quindi si procede con una gomitata nella zona della nuca
abbastanza potente da far scordare all'avversario che ha un coltello in mano da
usare per ferirci il piede (5E). Segue subito dopo un disarmo e/o
un allontanamento repentino dalla minaccia.
Che fare nella malaugurata ipotesi di dover
affrontare un avversario armato di armi da taglio micidiali quali il kukri (ipotesi
prossima alla fantascienza, comunque ;-) )? Non fate come certi tipi che si
"tuffano" sotto il braccio armato per disarmarlo con tutte e due le braccia
impegnate. Se dal punto biomeccanico la cosa funziona, nella realtà un minimo errore e un
braccio ci vola via. Non c'è da scherzare con qualsiasi coltellone con più di
190gr di massa e una lunghezza superiore ai 30cm: con relativa poca forza può tranciarci
via un braccio. Se avete dubbi su questa affermazione chiedete al vostro macellaio di
fiducia. E ricordatevi che kukri è più efficiente di qualsiasi strumento di macellazione
a manico disponibile. Prima di tutto fuo
ri dalla traiettoria,
tanto per cambiare, e mano destra che devia ulteriormente (foto 1) la
traiettoria dell'arma. Si va quindi a caricare un colpo a mano aperta all'altezza del
nostro petto(foto 2)-notare che la mano destra è stata sostituita dalla
sinistra per il controllo dell'arma, questo scambio di mani è il fondamento dello stile
di combattimento filippino-. Lo stesso momento della tecnica ripreso da un'altra
angolazione per meglio far capire il concetto che il nostro corpo, durante il controllo
dell'arma, dev'essere assolutamente fuori traiettoria della lama (foto 3)
Infine si conclude sferrando il colpo caricato
dritto sul viso dell'avversario (foto 4).